La Banca Centrale Europea lascia invariati i tassi d’interesse. Nessuna variazione anche per il Quantitative easing, ovvero il programma di acquisti da 80 miliardi che proseguirà fino al marzo 2017 “o oltre se necessario”, ha detto Mario Draghi. La crescita nell’eurozona continua a “un ritmo moderato e stabile”, ha specificato il presidente della Bce durante la conferenza stampa al termine della riunione della Banca Centrale. Draghi ha anche evidenziato che le misure straordinarie di politica monetaria si stanno rivelando utili per sostenere la ripresa.
Il tasso di inflazione dell’eurozona resterà basso nei prossimi mesi “prima di cominciare a risalire alla fine del 2016“, ha spiegato Mario Draghi.
Per quanto concerne il Quantitative easing Draghi chiarisce che non si è discussa alcuna modifica ma che continueranno a “monitorare l’andamento dell’economia e dei mercati finanziari da vicino”.
Crescita del Pil
“Ribadiamo di attenderci una crescita del Pil a un ritmo stabile e moderato mentre l’inflazione è destinata a crescere gradualmente nei prossimi mesi, in linea con il sentiero già delineato nelle proiezioni di giugno”, ha detto Mario Draghi. L’incremento del Pil di Eurolandia è visto all’1,7% nel 2016 (+1,6% a giugno), all’1,6% nel 2017 (da 1,7%), all’1,6% nel 2018. Sostanzialmente in linea anche i dati relativi l’inflazione armonizzata, vista allo 0,2% nel 2016, all’1,2% nel 2017, all’1,6% nel 2018. “Rischi per l’economia”, ha rilevato Draghi, “arrivano da una domanda estera debole, in parte collegata al referendum che ha decretato l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, dal processo di consolidamento di bilancio e dalla lentezza con cui le riforme strutturali vengono implementate”.
Politica monetaria e Banche
Per quanto riguarda il comparto bancario, Draghi ha evidenziato come “la trasmissione della politica monetaria non ha mai funzionato così bene”. “La frammentazione è finita, il credito è in crescita costante dal 2014”, ha detto il Presidente della Bce. “Le indagini condotte dalle banche mostrano che il credito ha ormai raggiunto i settori non-finanziari dell’economia, le misure che abbiamo adottato si stanno rivelando efficaci”, ha concluso Draghi. Il Presidente ha avvertito: “I bassi tassi di interesse non devono essere una scusa per le banche, che devono coglierne gli effetti come una ‘sfida’ per fare meglio”.
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