Secondo la Bce l’attività economica dell’area euro è in discesa. Prospettive al ribasso, ma i tassi destinati ancora a salire.
Secondo la Bce i governi dovranno fornire aiuto ai più deboli sul caro energia, con misure temporanee. Importante sarà anche l’impegno nel diminuire il rapporto tra debito e Pil. Rimane la necessità di ridurre l’inflazione: indebolimento anche nella prima parte del 2023. Il mercato del lavoro si conferma solido.
La Bce indica la strada. Maggiore aiuto alle fasce più deboli per la crisi energetica, con misure temporanee, e necessità di riduzione del termine tra Pil e debito. Sono questi alcuni dei compiti dei governi europei, chiamati all’ennesimo sforzo dopo la rivelazione di dati ancora sconfortanti dal punto di vista economico.
Secondo quanto rivelato dall’Eurotower infatti, la crescita economica dei Paesi in area euro è orientata al ribasso, questo nonostante alcuni picchi di crescita con tre rialzi di fila, risultati fondamentali per combattere lo stimolo monetario.
Ma i tassi dovranno rimanere alti, e salire. Nel bollettino economico la Banca Centrale Europea inoltre sottolinea che la difficoltà di crescita economica nel terzo trimestre del 2022, dovrebbe proseguire anche per i restanti mesi dell’anno e per il primo periodo del 2023. Non si parla di recessione, almeno in maniera esplicita, ma è senza dubbio un passo indietro.
Si fa cenno anche i bond governativi, nel report economico della Bce, i titoli comprati dalla Banca Centrale per far fronte all’emergenza Corona-Virus che verranno reinvestiti. Si combatterà la crisi adeguando ogni strumento, con l’obiettivo di ridurre inflazione.
Da Francoforte il messaggio ai governi è quello, come detto, di fronteggiare la crisi energetica in maniera intelligente, con manovre mirate alla fascia più debole della popolazione. Misure temporanee e che non portino i Paesi a un ulteriore aumento del debito e a spese ulteriori. Governi che dovranno dunque impegnarsi anche a ridurre il rapporto tra debito e Pil.
Per quanto riguarda invece il mercato del lavoro, questo si conferma piuttosto solido, nonostante alcuni indizi di rallentamento. Si registra anche in questo caso una perdita di slancio, ma il tasso di disoccupazione che ad agosto era al 6,6%, ha perso uno 0,8% rispetto ai primi mesi di pandemia (febbraio 2020). La ripresa delle ore di lavoro – dopo le restrizioni causate dal Covid durante le fasi più acute della pandemia – è eterogenea in quasi tutta l’area euro.
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