Toccante confessione di Bebe Vio a Che Tempo Che Fa: l’atleta paralimpica veneziana, vincitrice di una medaglia d’oro nella scherma ai Giochi di Rio, ha rivelato che dopo l’amputazione di tutti e quattro gli arti aveva pensato di suicidarsi, ma di aver cambiato idea grazie a suo padre che nell’occasione ha coniato lo slogan ‘la vita è una figata’, diventato poi il motto personale di Bebe. E presto ‘La vita è una figata’ sarà anche il titolo di un programma televisivo su Rai 1, in onda per sei puntate il sabato pomeriggio, nel quale Bebe Vio presenterà al pubblico le storie straordinarie di chi come lei ce l’ha fatta a risorgere.
‘Ricordo che avevo 11 anni quando mi amputarono braccia e gambe a causa di una meningite fulminante’, ha raccontato Bebe Vio a Che Tempo Che Fa, ‘Ero in ospedale e chiesi ai medici di uscire prima perché era il mio compleanno. Mio papà a casa mi faceva le medicazioni ma non avevo la morfina, sentivo tanto male e urlavo ‘perché a me, perché a me’ e volevo suicidarmi. Ma forse in realtà neanche capivo veramente il significato del suicidio’.
Fu quindi suo padre a convincerla che la vita valeva comunque la pena di essere vissuta, anche senza gli arti superiori e inferiori: ‘Mi chiese: ‘e come avresti intenzione di suicidarti?’ E io: ‘mi butto giù dal letto’. Feci per buttarmi giù sul serio, lui non ci credeva, mi prese al volo e dopo avermi riportato su mi disse: ‘Bebe scusami, buttandoti giù dal letto non ti suicidi ma ti fai ancora più male e poi vieni a me a rompere le palle. Se vuoi me lo dici, siamo al secondo piano e ti porto alla finestra: se ti butti da lì è sicuro’.
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Ovviamente non la buttò, anzi fu proprio in quell’istante che probabilmente nacque la leggenda di Bebe Vio campionessa olimpica: ‘Mi disse di non rompere le scatole perché la vita è una figata! E io rimasi lì a pensare che la parte dura era finita e a quel punto era tutto relativamente in discesa. Fu quella frase a illuminarmi’. E il resto è storia.
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Ecco infatti le grandi vittorie di Bebe Vio: ha disputato la sua prima gara ufficiale di scherma a 13 anni, ad appena due anni dalle dolorose amputazioni, e nel 2011 è già diventata campionessa italiana under 20 di fioretto, mentre nel 2012 e nel 2013 ha conquistato il titolo tricolore assoluto. Vincitrice di alcune gare in Coppa del Mondo, nel 2014 si è aggiudicata il titolo europeo assoluto paralimpico nel fioretto categoria B individuale e a squadre ai campionati continentali, e nello stesso anno anche il titolo mondiale Under 17. Nel 2015 si è poi laureata campionessa mondiale paralimpica del fioretto e lo scorso anno, alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016, ha vinto la medaglia d’oro nella prova individuale e quella di bronzo nel torneo a squadre.
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