Una scena assurda quella accaduta a Beirut nella giornata di oggi 14 settembre. Una ragazza di 27 anni, Sali Hafiz, ha tentato una rapina in banca con una pistola giocattolo ed una tanica di benzina. Voleva ritirare i propri risparmi per aiutare la sorella ricoverata in ospedale.
Una scena di ordinaria disperazione come, purtroppo, se ne stanno vedendo sempre più spesso in Libano. Il Paese al collasso economico ed in default finanziario, una situazione insostenibile per molti libanesi.
In particolare a creare danni, veri e propri alla popolazione, ed a generare disperazione, è la decisione, di tre anni fa, del Governo e degli istituti bancari di congelare i conti correnti.
E’ questa la situazione per la quale, la giovane 27enne, arredatrice di interni, dinanzi alla grave malattia della sorella, ricoverata in ospedale, evidentemente esasperata ha scelto quello che, oltre ad un atto di disperazione, è divenuto una dimostrazione.
Safi Hafiz si presenta nella sua banca al centro di Beirut, con lei alcuni attivisti il cui ruolo non è al momento conosciuto, brandendo una pistola giocattolo ed una tanica di benzina. La donna salta su una scrivania e agitando le sue due “armi” urla di essere lì per ritirare i suoi risparmi.
Vuole i 13 mila dollari depositati sul suo conto corrente che servono per aiutare le cure della sorella malata. Il tutto ripreso in diretta streaming dalla giovane. Il video divulgato, poi, sui social raccoglie molto successo, la giovane Sali Hafiz viene osannata come un eroina dalla popolazione, ormai, disperata.
La donna dopo essersi cosparsa di benzina ed aver gettato benzina su alcuni impiegati riesce a prelevare i suoi risparmi. Alla fine, però, la donna verrà arrestata.
Un episodio simile era accaduto solo poco tempo fa, quando un uomo, in circostanze analoghe, aveva tenuto in ostaggio per ore i dipendenti della banca e solo dopo aver mediato anche con le forze dell’ordine la riscossione di 30 mila dollari dal suo conto di 210 mila dollari aveva rilasciato gli ostaggi.
Arrestato verrà poi rilasciato dopo qualche giorno. Oramai è una vera rivolta contro le banche quella che sta avvenendo in Libano.
La situazione è disperata in questo Paese dove l’inflazione del 138% ha ridotto il potere di acquisto dei salari del 90%. Arrivano dati allarmanti dalla Caritas, nella quale, giorno dopo giorno arrivano quelli che sono i nuovi poveri: i lavoratori albanesi.
Ci sono 4 milioni di abitanti con 1 milione e mezzo di rifugiati in maggioranza siriani, presenti oggi in Libano. Ogni due giorni c’è un caso di suicidio che, ormai, non fa nemmeno più cronaca.
Tra insegnanti che la mattina cercano il cibo nella spazzatura ed ammalati che, non potendosi recare in ospedale per le cure, preferiscono lasciarsi morire a casa propria.
In questo scenario tragico, raccontato dalla Caritas e da Padre Michel Abboud, azioni disperate come quella di Sali diventano eroiche e riecheggiano in tutto il Paese.
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