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Categories: Cronaca

Belgio, fumettista italiano e marito picchiati: ‘Colpiti perché gay’

Un episodio di omofobia arriva dal Belgio, dove un fumettista italiano e il marito sono stati picchiati a colpi di spranga “perché gay”. A denunciare i fatti è Mauro Padovani, 46 anni, fumettista italiano trasferito nato a Lavagna, in provincia di Genova, e residente in Belgio da cinque anni, a Gand nelle Fiandre, che su Facebook il 9 agosto scorso ha pubblicato le foto della violenta aggressione omofoba subita da lui e dal marito Tom a opera di alcuni vicini di casa.

Dal racconto di Padovani al Corriere si capisce che non è la prima volta che i due aggressori vicini di casa avevano atteggiamenti violenti nei confronti suoi e del marito Tom Freeman, 59, italoamericano naturalizzato belga.

Infatti più volte erano state fatte segnalazioni in merito alla polizia, che non aveva mai preso sul serio il timore della coppia. Fino alla violenta aggressione del 9 agosto scorso, quando la coppia gay è stata presa di mira dai vicini omofobi, poco più che ventenni.

”Stavamo andando da amici a festeggiare (il compleanno Tom). Eravamo appena saliti in auto quando il nostro vicino si è avvicinato e ci ha sputato sul vetro. Mio marito è sceso. Ha provato a calmarlo. E quello per tutta risposta gli ha dato un pugno in faccia. Io ho preso il bloccasterzo. Ma il ragazzo me l’ha strappato dalle mani e ha iniziato a colpirci”.

Una circostanza che ora, ha spiegato ancora il fumettista, “non mi fa sentire più al sicuro”. “E’ stato brutale”, recita il commento che accompagna le immagini dove i due mostrano le ferite riportate nell’attacco dei vicini omofobi, una coppia formata “da una donna croata e un uomo bulgaro”, prima in fuga e ora arrestato dalla polizia. Con l’aggravante di omofobia lui rischia quattro anni. Lei è stata portata in un’altra città.

”Mio marito ha l’Alzheimer. Picchiare una persona come lui è come picchiare un bambino”, racconta ancora Padovani: ”Ci hanno sputato in faccia. Ci hanno insultato. E poi hanno iniziato a picchiarci con un bloccasterzo. In testa, sulla schiena, sulle gambe. Ovunque. E tutto questo solo perché siamo gay. Io amo il Belgio. Ci siamo sposati qui. Ora però non mi sento più al sicuro”, afferma il fumettista. E nell’intervista al Corriere ribadisce: Voglio sia fatta giustizia”.

Dopo l’episodio omofobo circa duecento persone sono scese in piazza per solidarietà.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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