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Belgio, in casa ossa e teschi dal 1980. Sono di soldati caduti a Waterloo oltre due secoli fa

Su diecimila uomini morti nella battaglia di Waterloo nel 1815, solamente due corpi erano stati ritrovati fino a ora. Poi un uomo anziano in Belgio ha incontrato un ricercatore del settore e gli ha confessato del suo “museo privato”.

Rievocazione storica del 2015 della partenza di Napoleone per la battaglia di Waterloo – Nanopress.it

Dopo la scoperta delle ossa, i ricercatori sospettano che altri reperti siano conservati da chi da generazioni vive nelle zone degli ex campi di battaglia.

La collezione di un uomo in Belgio

Una scoperta tanto casuale quanto sensazionale quella avvenuta in Belgio. Un anziano signore ha conservato ossa e teschi che probabilmente sono appartenuti a soldati caduti nella battaglia di Waterloo, combattuta a sud di Bruxelles nel 1815. Fino a quel momento erano infatti stati ritrovati solamente due corpi su oltre 10mila uomini che gli storici hanno stimato aver perso la vita.

Il ritrovamento è avvenuto nella casa dell’uomo, precisamente nel suo attico. Ora gli scienziati stanno analizzando e studiando i resti umani, nel tentativo di risalire alle identità dei soldati e, ancor prima, per confermare che siano realmente riconducibili alla vicenda successa oltre due secoli fa.

Nel 2015 una rievocazione storica. Qui un uomo nel ruolo di Napoleone – Nanopress.it

Nella battaglia di Waterloo Napoleone Bonaparte venne definitivamente sconfitto dall’esercito del duca di Wellington, formato dagli alleati britannici, olandesi e tedeschi, e da quello dei prussiani guidato da Gebhard von Bluecher.

Di recente gli studiosi hanno rivelato che molti dei caduti in questa battaglia sono stati successivamente disseppelliti dai contadini, che ne hanno venduto i resti alle industrie di zucchero per un uso nei processi industriali.

Come è nato il ritrovamento

Il ritrovamento è nato in modo imprevisto. Un ricercatore degli archivi di stato del Belgio, Bernard Wilkin, si trovava a Waterloo lo scorso novembre per una conferenza sul processo di purificazione dello zucchero che appunto coinvolgeva l’uso delle ossa umane. Una volta terminato il suo intervento, l’uomo ha raccontato alla CNN di essere stato avvicinato da un signore anziano che gli ha confessato di avere “ossa di quei prussiani nell’attico”.

L’identità del collezionista, un estimatore di Napoleone, non è stata rivelata pubblicamente. Ad ogni modo, il ricercatore dopo aver visto le foto mostrategli dall’uomo, si è recato a casa sua per vedere di persona i reperti posseduti dal 1980. L’interessato ha sostenuto di aver gestito “un piccolo museo privato” e che all’epoca le ossa gli furono donate da un amico che le aveva ritrovate anni prima.

Il ricercatore Wilkin ha raccontato poi che l’uomo vive da solo e che “ha deciso che era vecchio, sarebbe potuto morire nei prossimi anni e quindi per paura di perdere la collezione” si è rivolto a uno studioso della materia che lavora per il governo. Insomma un insolito modo per assicurarsi che la collezione e la conoscenza che ne deriva non vengano disperse. Ora il materiale è stato dato dall’uomo a Wilkin per ulteriori approfondimenti.

Alcuni test preliminari condotti dai ricercatori hanno evidenziato che i resti trovati appartengono a almeno quattro soldati. Inoltre degli elementi suggeriscono che alcuni dei defunti possano realmente essere stati soldati prussiani. La speranza è poi di riuscire a ricostruire il volto di almeno uno dei crani ritrovati nell’attico. Per quanto riguarda invece il DNA, alcuni esperti sostengono che le possibilità di scoprirlo si aggirino intorno al 30%. Se il progetto riuscisse, i parenti ancora in vita dei defunti potrebbero scoprire che avevano antenati che hanno combattuto nella battaglia di Waterloo.

Altri ritrovamenti possibili in futuro

Infine l’uomo ha rivelato a Wilkin di avere un amico che ha probabilmente resti di quattro soldati britannici. “Scoperti grazie a un controllo con il metal detector su un ex campo di battaglia”, ha detto il ricercatore ricostruendo le parole del collezionista.

“Credo sia abbastanza chiaro adesso che dovremo parlare con le persone che hanno vissuto nella zona (dei campi di battaglia di Waterloo, ndr) per generazioni, ha detto Wilkin aggiungendo: “Siamo abbastanza sicuri che altre ossa debbano essere restituite alle autorità del Belgio.

Diana Sarti

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