Un salvataggio che, all’inizio, sembrava impossibile, date le dimensioni dell’animale. Ma i veterinari ed i soccorritori non si sono dati per vinti e, anche se nelle acque del fiume Senna, hanno portato in salvo il beluga incastrato.
Una vera e propria operazione che ha impegnato uomini e mezzi. Ecco come l’hanno tratto in salvo.
L’animale, nel suo tragitto, si era trovato a navigare nelle acque della Senna. Un posto, di certo, non adatto alle sue dimensioni, tanto che per salvarlo è stata necessaria una rete rigante e più di 6 ore di attività per riuscire anche a curarlo e non mettere a rischio la sua vita.
Sei ore di operazione e 24 soccorritori, compresi i veterinari: questa è stata la grande mole di lavoro. Ma cosa è successo, di preciso, al beluga che, nelle acque di Parigi, si è ritrovato? Il cetaceo, probabilmente, aveva perso l’orientamento e si è ritrovato all’intero della Senna.
Un cetaceo di 4 metri di lunghezza per 800 kg di peso, specie protetta tipica delle zone dell’Artico, doveva esser salvato a tutti i costi e riportata nelle acque, almeno a mare aperto, per permettergli il ritorno in luoghi ospitali e a lui confacenti.
Ed eco che qui, la macchina dei soccorsi, coordinata da veterinari e biologi marini, si è messa in opera. Sei ore di lavoro, ma soprattutto una grande gru e un’altrettanta grande rete per poterlo sollevare, contenere e metterlo, poi, all’interno di un camion refrigerato, nel più breve tempo possibile, per non mettere a rischio la vita dell’animale stesso.
Sommozzatori, veterinari (come dicevamo) e anche gli operatori della Ong Sea Sheperd France per salvare la balena. Insieme anche a tantissime persone che si sono riversate sulle rive del fiume per assistere ad un salvataggio senza precedenti.
La balena, in stato di salute che i veterinari stavano osservando da tempo, soffriva e doveva per forza esser salvata dal fiume e riportata in mare aperto. Una volta sollevata con la gru e messa nella rete, è stata poi appoggiata su di una chiatta ed ha ricevuto le prime cure.
Salvata ora sì, ma la parte più complessa e difficile, come descrivono i veterinari, ancora deve arrivare. Riportarla in mare, anche se la balena è stressata e priva di forza, con una salute molte debole. Il cetaceo, infatti, non è ancora salvo del tutto.
Gli operatori della Ong intervenuti fanno sapere che, adesso, è il momento più complicato: l’animale, infatti, potrebbe morire durante il trasporto per fargli raggiungere il mare. All’inizio, la balena, aveva anche rifiutato il cibo che i soccorritori le avevano dato.
Ora il tempo è davvero risicato ed è sempre più urgente riportarla in mare aperto.
La corretta gestione del Sistema Tessera Sanitaria rappresenta un aspetto fondamentale per tutti gli operatori…
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…