L’intervento a Belve del presidente del Senato “Se mio figlio mi dicesse di essere omosessuale, accetterei con dispiacere”.
Ignazio La Russa, intervistato da Francesca Fagnani, è stato ospite del noto programma Rai Belve, toccando anche l’argomento omosessualità. Allo scenario di un’ipotetica confessione da parte di un figlio omosessuale, il presidente del Senato ha risposto: “Una persona eterosessuale come me vuole un figlio che gli assomigli, ma se non succede pazienza“.
Anche Ignazio La Russa è stato vittima delle graffianti domande di Belve. La trasmissione andrà in onda domani sera, in prima serata su Rai 2, ma intanto emergono alcuni primi estratti dell’intervista. Il Presidente del Senato ha anche affrontato una domanda apparentemente innocua, come quella della notizia di un figlio omosessuale. Ma magari scomoda per il personaggio che Francesca Fagnani si è trovata davanti.
“Se mio figlio mi dicesse di essere omosessuale come reagirei? Accetterei con dispiacere la notizia“. Un dispiacere che La Russa paragona, lui tifosissimo dell’Inter – famosa l’intervista figuraccia in cui accusava il Milan di aver vinto lo scudetto grazie al covid e al focolaio di Bologna-Inter – l’eventuale omosessualità del figlio alla delusione calcistica. “Sarebbe come se fosse milanista” commenta il presidente del Senato.
Dunque un avversario o un acerrimo rivale? Insomma, il dispiacere di un eventuale figlio omosessuale viene ancora spiegata da La Russa tramite il senso di appartenenza a una fazione, in questo caso contraria: “Perché io credo che una persona come me, eterosessuale, voglia che il figlio gli assomigli. Ma se non succede, pazienza“. Nel complicato obiettivo di sintetizzare a camuffare idee francamente fuori epoca, il numero uno di Palazzo Madama si sofferma anche sulle donne, dicendo di amare “il genere femminile. ” Il livello estetico delle donne nel centrodestra è diminuito, è aumentata la qualitа, a sinistra non guardo”
In sintesi, anche un tema apparentemente innocuo ma allo stesso tempo delicato come la notizia dell’omosessualità di un figlio appresa dal padre viene ridotto alle metafore sportive e ai discorsi da bar; ma se tali affermazioni vengono fatte da chi va alle urne o peggio da chi rappresenta il Senato della Repubblica, la figuraccia – l’ennesima – è dietro l’angolo.
Altro tema trattato da Francesca Fagnani la faida Meloni-Berlusconi. E’ stato Ignazio La Russa a fare chiarezza su alcuni screzi, rispondendo alla domanda sul “vaffa” di Silvio Berlusconi arrivato in aula al Senato per il voto del presidente. Quel vaffa, spiega La Russa, era diretto a Giorgia Meloni. Un’esclusiva, dice il presidente del Senato: “Lo racconto per la prima volta, lui era molto arrabbiato”.
La premier dunque aveva scatenato, a detta di La Russa, l’ira del cavaliere per aver imposto dei paletti sui ministri, e dei nomi che Berlusconi avrebbe voluto proporre. Niente di nuovo sul fronte occidentale insomma, altro che esclusiva. “Silvio – conclude sul rapporto dei due “alleati” – comincia a capire che Giorgia è un leader di Stato, non più una ragazzina cresciuta troppo in fretta“.
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