Israele ha inaugurato il nuovo anno con il nuovo governo Netanyahu e si tratta di uno di quello più a destra mai visti nel paese. La risposta di Hamas alle provocazioni che ieri ha fatto il ministro della difesa israeliano Ben-Gvir parlando della spianata delle moschee a Gerusalemme non si è fatta attendere.
Nemmeno il tempo di cominciare il 2023 e, di conseguenza, anche il nuovo mandato governativo israeliano, che l’influenza di estrema destra ha già fatto sentire la sua presenza in maniera chiara. Ben Gvir è un politico estremista, che è considerato da molti esponenti politici, sia israeliani che internazionali, come potenzialmente pericoloso dato la sua propensione verso l’occupazione palestinese e l’odio contro le forze Islamiche. Ieri dopo che è stato effettuato il primo attacco del 2023 all’aeroporto internazionale di Damasco che ha provocato quattro morti siriani delle forze Islamiche. Un sentimento di odio reciproco, che già nei mesi scorsi si era andato via via intensificando, ma che ora vede i protagonisti gettare benzina sul fuoco.
Le affermazioni fatte dal ministro della sicurezza di Israele hanno colpito nel vivo e la provocazione è arrivata chiara agli estremisti islamici e così Hamas ha voluto fare una precisazione chiara e concisa.
Netanyahu ha dato il via al suo sesto mandato e nel corso degli anni, nonostante fosse dietro le quinte a volte, ha raggiunto un potere davvero enorme e la sua influenza in Israele ma anche all’estero è notevole. Ha battuto il suo professore Lapid, precedente premier, e ha così riconquistato quella carica che già ha avuto modo di conoscere e portare a termine molte volte.
Un’impronta di destra, posizione che è stata rafforzata ulteriormente verso la zona di estrema destra dopo la formazione di questo nuovo governo che ha appena iniziato il suo percorso in Israele. Netanyahu ha ottenuto la maggioranza con l’appoggio di fazioni come per esempio quella si Ben Gvir, noto estremista di destra. La storia di Gvir parla di lotta, razzismo e di conquiste belliche, che ritiene essenziali per porre fine alla ribellione islamica che avvelena il mondo.
Un personaggio che spinge il pedale sull’acceleratore invece di frenare e che proprio ieri, dopo il raid israeliano su Damasco, ha spinto ulteriormente con una dichiarazione a cui ha fatto seguito la reazione di Hamas, che non ha intenzione di farsi intimidire. L’ombra di un conflitto che, era ancora in atto ma sotto controllo, si fa sentire e le autorità internazionali sono in allerta.
Hamas che è la storica rivale di Israele e combatte l’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza, ritenuta un’organizzazione pericolosa e terrorista da molti stati. Il gruppo ha detto che questa provocazione, se fosse stata davvero attuata avrebbe avuto serie ripercussioni sul territorio e avrebbe innescato un nuovo focolaio, che poteva far riemergere una guerra che ha già mostrato di quanta devastazione e morte è capace.
Il neo ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, storico leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit, ha deciso di andare senza preavviso alla Spianata delle Moschee, per gli ebrei Monte del Tempio, scortato dalle forze dell’ordine. Un gesto inaspettato e provocatore che ha spiegato cosi: “È il posto più importante per il popolo di Israele. Manterremo la libertà di movimento per musulmani e cristiani, ma vi saliranno anche gli ebrei e alle minacce risponderemo con il pugno di ferro”.
Il Gerusalem Post ha inoltre aggiunto che Gvir afferma che: “non cederà alle minacce di Hamas”.
L’Autorità nazionali palestinesi, temono che il nuovo governo di Israele abbia in mente un cambiamento radicale, ma soprattutto oltraggioso, dello status della Spianata. La Palestina ha subito condannato fortemente “l’incursione” e l’ha definita “una provocazione senza precedenti e pericolosa”.
Secondo i media israeliani, l’esercito sta preparando un nuovo piano di azione militare, che prevede nuovi lanci di razzi dalla Striscia di Gaza e “risponderà di conseguenza”.
Una pericolosa mossa che ha innescato una miccia preoccupante che ha già allertato le autorità internazionali.
Hamas, già ieri, aveva fatto sentire la sua opinione e senza troppi giri di parole ha affermato: “la minaccia di Ben Gvir di assalire Al-Aqsa come ministro della sicurezza – ha condiviso su Twitter Hussein al Sheikh alto esponente dell’Autorità nazionale palestinese – è il culmine di una sfida palese e spudorata che richiede una risposta palestinese, araba e internazionale, commisurata a tale passo che va considerato il primo di questo governo e delle sue politiche di occupazione”.
Il portavoce di Hamas Abd al-Latif al-Qanua ha detto che la visita di Ben Gvir: “è un altro esempio dell’arroganza di un governo di coloni, dei loro futuri piani di danneggiare la Moschea di Al-Aqsa e di dividerla”.
Il botta e risposta che si è già visto tra estremisti israeliani e islamici riacutizza profonde diversità che nel corso degli anni sono state placate, o almeno si è provato a farlo, che hanno tenuto a bada le escalation militari. Anche l’ex premier Lapid ieri ha condannato la possibile visita di Gvir, che poi è già stata attuata, definendola una provocazione meschina e crudele che porterà dolore a moltissime persone innocenti che nulla c’entrano con la guerra di fede tra le due relazioni in contrapposizione.
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