Il governo ha scelto di rivedere il decreto inerente alla trasparenza del costo dei carburanti, un argomento di cui si discute a lungo durante una riunione di maggioranza prevista per oggi.
Le cose sono abbastanza chiare: tutti i gestori delle stazioni di servizio saranno costretti a mettere bene in mostra i cartelli in cui compare la media dei prezzi insieme a quelli praticati in quella stazione. Tra non molto arriverà anche un’applicazione che ha il compito di venire incontro ai clienti così che possano orientarsi tra le varie stazioni di servizio.
Nonostante le numerose lotte e richieste, i benzinai sono ancora oggi costretti ad esporre i cartelloni in cui si può leggere il prezzo medio dei carburanti insieme al prezzo praticato.
Nonostante ciò, è stato applicata una modifica riguardo alle sanzioni che sono notevolmente diminuite.
Per gli automobilisti invece è stata creata un’applicazione da scaricare sul proprio smartphone il cui compito è quello di controllare i vari prezzi.
Non mancano poi delle novità introdotte dal governo nel momento in cui ha deciso di rivedere il decreto sulla trasparenza del costo di carburanti.
Modifiche che sono attese con grande impazienza e che rivedono proprio quell’accordo che si era riuscito ad ottenere tra i gestori e il governo.
Ed è proprio a questo riguardo che oggi 7 febbraio è prevista una riunione di maggioranza in cui si andrà a fare il punto della situazione prima di procedere alle votazioni sul provvedimento che si terrà domani.
Il governo ha presentato quindi una emendamento presso la Commissione attività produttive della camera andando a confermare per i benzinai l’obbligo di rendere ben visibile, sia su autostrade che strade, i cartelloni in cui è applicato la media dei prezzi di riferimento insieme ai prezzi applicati.
L’emendamento in questione è andato a modificare anche le sanzioni le quali partono da un minimo di 200 euro fino ad arrivare ad un massimo di 2.000 euro.
Si tratta di una cifra che varia in base al fatturato dell’esercizio in questione.
In ogni caso le multe sono più basse di quanto si era previsto all’inizio le quali partivano da un minimo di 500 euro fino ad un massimo di 6.000 euro.
Sono stati allentati anche i termini per rincorrere a quella che è la sospensione dell’attività la quale rientrerà in vigore soltanto nel momento in cui la violazione sarà fatta per quattro volte consecutive nell’arco di 60 giorni.
Questa sarà disposta per un periodo che partirà da un minimo di un giorno fino ad un massimo di 30 giorni.
Un’altra idea del Governo è stata quella di realizzare un’applicazione informatica che può essere scaricata su tutti i cellulari dei guidatori così che questi possano tenere sotto controllo tutti i prezzi.
Forza Italia e Lega propone anche di aggiungere un QR code. In ogni caso però Fratelli d’Italia cercano di spingere verso l’app.
E così, portali come Mister prezzi, hanno un nuovo compito ossia sorvegliare il costo del carburante.
Tutto ciò deve essere fatto attraverso una relazione trimestrale così che si possa tenere sotto controllo il tutto e rendersi conto si si stanno portando avanti dei comportamenti scorretti o meno.
Tutte queste novità non sembrano essere ben apprezzate dai benzinai. Infatti la categoria in questione non era d’accordo con il decreto trasparenza e, per far sentire la propria voce, avevano proclamato uno sciopero della durata di due giorni.
Una manifestazione che però è stata sospesa dopo 24 ore dopo che era stato aperto l’ennesimo dialogo con Palazzo Chigi.
Nonostante ciò, l’emendamento che ieri è stato approvato, non sembra essere molto piaciuto.
Il governo infatti, come afferma la Fegica , ha soltanto intenzione di “mostrare i muscoli alla prima categoria che ha osato dirgli no!”.
L’unica colpa dei benzinai è quello di non avere accettato passivamente e quindi di essere stati catalogati come coloro i principali responsabili dell’aumento di prezzi.
In ogni caso continua ad andare avanti il malcontento proprio perché i benzinai vengono additati come “una categoria di furbetti e speculatori” anche se il loro guadagno di margine è soltanto di 3 centesimi al litro all’interno di un settore in cui “allignano, a cominciare dal livello internazionale del mercato, interessi giganteschi, spesso ignoti e inconfessabili, che godono di coperture politiche inossidabili“.
Non mancano poi numerose critiche volte alle associazioni a tutela dei consumatori.
Infatti, in base a ciò che afferma l’unione dei consumatori, questa nuova normativa non è altro che “una presa in giro degli italiani“.
Codacons invece è d’accordo sull’affermare che si tratta di un passo fatto nella direzione opposta che non porterà nessun tipo di beneficio per quanto riguarda i prezzi.
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