Beppe Grillo benedice la politica protezionista di Donald Trump e quella estera di Vladimir Putin che sono un “beneficio per l’umanità”, condanna l‘Unione Europea definendola “un fallimento totale” e invoca la presenza di “uomini di Stato forti” di cui avrebbe bisogno l’intera comunità internazionale, dopo il “disastro” di Barack Obama. L’intervista al leader del MoVimento 5 Stelle al francese Le Journal du Dimanche, è l’occasione per parlare di molti argomenti, a cominciare dal nuovo corso iniziato con l’insediamento del tycoon alla Casa Bianca a cui il movimento guarda con favore. L’elogio di Trump non passa inosservato alla politica nostrana e sul web dove montano le proteste, tanto che lo stesso Grillo decide di smentire le sue parole con un post su Facebook in cui dà la colpa ai “traduttori traditori”, specificando di non aver mai parlato di “uomini forti”, come invece si legge nel testo originale dell’intervista.
Il post di Grillo su Facebook
Il testo originale dell’intervista con la risposta di Grillo sugli “uomini di Stato forti”.
Polemiche sulle singole parole a parte, l’intervista concessa a un giornale straniero è l’occasione per fare il punto sulla nuova situazione internazionale. Il discorso di Trump sembra essere molto gradito al movimento, soprattutto il passo in cui si parla di “passaggio del potere al popolo”, sottolineato da molti esponenti grillini.
"Il potere viene trasferito da Washington a voi", alla gente: il sogno del #M5S. Lo speriamo! Se sarà vero, oggi gli #USA, domani l'Italia.
— Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) 20 gennaio 2017
È lo stesso Grillo a confermarlo nell’intervista al Journal du Dimanche. “La comunità internazionale ha bisogno di uomini di Stato forti come loro“, dice riferendosi a Trump e Putin che anzi, diventano nelle sue parole un “beneficio per l’umanità” dopo la politica estera di Obama definita “un disastro”. Al contrario, è il presidente russo a “dire le cose più sensate” in quel campo. “Il sogno di tutto il mondo – ha aggiunto – è che due giganti come Stati Uniti e Russia parlino tra loro”.
L’accordo sulla politica di Trump passa dal protezionismo di cui anche Grillo è un sostenitore. “Trump sembra moderato, i media hanno deformato il suo punto di vista”, continua nell’intervista, riprendendo un ritornello caro al movimento (e a Trump stesso) sull’informazione. “Ho letto uno dei suoi libri nel quale scrive cose sensate sulla necessità, ad esempio, di riportare l’attività economica all’interno degli Stati Uniti”, specifica, proponendo la difesa del made in Italy sul modello del presidente americano.
Il pasticcio al Parlamento UE non ha certo modificato il pensiero di Grillo sull’Unione Europea che anzi parla di uno “spirito europeo” che non c’è più e invoca il referendum sull’euro, cavallo di battaglia del movimento fin dagli albori. “L’Unione Europea è un fallimento totale. È un apparato enorme, con due Parlamenti, a Bruxelles e a Strasburgo per accontentare i francesi. Io sono a favore di un’Europa diversa, in cui ciascuno Stato possa adottare il proprio sistema fiscale e monetario. Sostengo le euro-obbligazioni, un euro svalutato del 20% per i paesi dell’Europa del Sud, la protezione dei nostri prodotti, una revisione delle regole del deficit al 3%”, specifica. Per questo, Grillo promette “un referendum sull’euro”, se il Movimento dovesse vincere le elezioni.
Sui migranti si è detto favorevole alla libera circolazione dei beni e delle persone e ha chiesto “una giusta accoglienza dei rifugiati”. Secondo Grillo, arrivano in Italia molti migranti che non vorrebbero restarvi ma che invece sono obbligati dalla regole europee che impongono di chiedere asilo nel primo Paese di ingresso.
Non manca la stoccata al caso Roma. “Ha sbagliato e lo ha ammesso”, dice su Virginia Raggi e Raffaele Marra. “A difesa di Virginia, devo dire che la macchina della corruzione di Roma opera in un modo, diciamo, ‘democratico, dal livello più basso a quello più alto”, aggiunge Grillo spiegando che “noi abbiamo cercato di introdurre all’interno di questo sistema delle persone che erano estranee. Raffaele Marra – ricorda – era un funzionario nominato da altri, già in attività da anni. Virginia Raggi gli ha dato fiducia. Quando si è resa conto della sua colpa, si è scusata”.
“Cercano di non andare alle urne, facciamo paura”, ha poi concluso Grillo, che ha definito il M5S “un laboratorio politico”, al contrario del “partito politico tradizionale” che oggi “è morto”.