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Beppe Grillo vuole i voti di Salvini: per ottenerli offende i napoletani

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Che il Movimento 5 Stelle sia un partito politico sotto diversi aspetti simile alla Lega Nord è un dato di fatto già dalla sua fondazione. Entrambi, infatti, nascono e fondano il proprio successo sull’insoddisfazione verso la politica “tradizionale”, entrambi fanno leva sulla rabbia degli italiani e quindi puntano alla loro pancia. Entrambi hanno portato in Parlamento personaggi sicuramente poco preparati e talvolta perfino poco presentabili (da Borghezio a Di Battista) ed entrambi hanno sperimentato una strategia politica basata sui comizi urlati: il VaffaDay altro non è che la rivisitazione del più antico dito medio di Umberto Bossi e chi potrebbe mai negare che, chiudendo gli occhi durante un comizio di Grillo, potrebbe facilmente confondersi con uno dell’Umberto Bossi degli anni ’90?

È indubbio, quindi, che entrambi cerchino voti nello stessa tipologia di elettori, finendo così per farsi concorrenza. Ora la Lega Nord è – ahimè – in crescita esponenziale, mentre il M5S continua a perdere consensi e quindi Beppe Grillo è costretto a correre ai ripari: ha bisogno, per sopravvivere, dei voti di Matteo Salvini e per ottenerli ha deciso di offendere i napoletani.

In un video girato a Roma per lanciare la ‘Notte dell’Onestà’ che si è tenuta sabato 24 gennaio Beppe Grillo dice a Carla Ruocco, membro del direttorio M5S: «Carla allora fai un video ai nostri amici e ai cittadini in generale che facciamo la giornata dell’Onestà». E lei, napoletana di nascita ma romana d’adozione, risponde: «Vi aspettiamo tutti perché è una festa molto importante, è la luce dell’onestà che illumina la notte».

Ma è lì che arriva il commento “salviniano” (ricorda molto, infatti, i cori contro i napoletani del leader leghista) di Grillo: «Questo da un napoletano… parlare di onestà è meraviglioso, tu sei modificata geneticamente. Saremo una decina eh, sai?».

Ancora più grave è la risposta della Ruocco che dimentica le proprio origini pur di restare a novanta gradi davanti al suo padre-padrone e non rischiare l’espulsione dal Movimento e quindi, anziché difendere i suoi concittadini, i suoi amici, i suoi familiari, ribatte: «Sì. Io, mammete e tu».

«Vi do appuntamento – conclude Grillo – alle 16-16.30 a piazza del popolo: ci saranno cantanti, comici, buffoni, qualsiasi genere di persone…». E su questo chi può dargli torto?

A preoccupare di più non è tanto l’offesa rivolta da Beppe Grillo nei confronti dei napoletani (si sa che per compattare le forze è necessario individuare un capro espiatorio e su quello accanirsi), quanto la capacità del leader del Movimento 5 Stelle di cambiare opinione a seconda della necessità, dimostrando di fatto una vuotezza di contenuti ideologici e un obiettivo politico esclusivamente elettorale.

Soltanto sei anni fa, infatti, Beppe Grillo durante un comizio a Napoli urlava l’opposto: «Io sono venuto qua, con il cuore, a chiedervi scusa diecimila volte…io sono venuto qui perché c’è una parte sana dell’Italia che vi chiede scusa attraverso di me, mentre un’altra parte di italiani dice che siete i soliti napoletani, i camorristi. Voi non siete né “sfaccimma a mammeta”, né camorristi. […], ma quello che si vuole far passare è che siete tutti camorristi, che siete tutti delinquenti».

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E addirittura, all’indomani della famigerata finale di Coppa Italia del 2014, quella di Ciro Esposito e di Genny ‘a carogna per intenderci, Grillo commentò: «Fossi napoletano l’avrei fischiato insieme a loro (l’inno d’Italia, ndr)! Fratelli di chi? Dobbiamo essere fratelli di chi? Della P2, della massoneria, della ‘ndrangheta, della camorra, di chi dobbiamo essere fratelli?». E ancora: «Lo Stato italiano vi ha fatto (ai napoletani, ndr) solo cattiverie, sono venuto a dirvelo in tempi non sospetti, avevate inventato tutto, vi hanno portato via tutto, con i Borbone. Dov’è lo Stato?».

Insomma ciò che dice Grillo non è quello che veramente pensa: sono solo lusinghe elettorali. E chissà che non lo siano anche il reddito di cittadinanza e tutte le altre golose proposte politiche che, guarda caso, vengono avanzate dai scrani della minoranza e quindi con la assoluta consapevolezza che non diventeranno mai realtà. Sarà forse questo il vero motivo per cui Grillo non è mai voluto entrare in nessuna maggioranza di governo, perché allora quelle sue riforme sarebbero dovute diventare realtà?

Allora napoletani non credete a Grillo quando viene a chiedervi scusa perché in realtà vi sta soltanto chiedendo di votarlo e nemmeno voi leghisti dovete credete a Grillo quando dice che i napoletani onesti sono pochi: sta soltanto cercando il vostro consenso elettorale (proprio come faceva Umberto Bossi che, pubblicamente offendeva il Mezzogiorno e prometteva di lasciare al Nord i soldi dei settentrionali, ma poi in segreto faceva affari e accordi proprio con quella parte peggiore del Sud o che rinunciò al federalismo in cambio di 70 miliardi di lire ricevuti da Silvio Berlusconi dopo il ribaltone del 1994 per tornare ad essere alleati).

Vorrei, infine, chiedere a Carla Ruocco, che risponde alla domanda di Grillo «(i napoletani onesti) saremo una decina eh, sai?» dicendo «Io, mammeta e tu», se quindi esclude anche il Vicepresidente della Camera dei Deputati in quota M5S, il napoletanissimo Luigi Di Maio? Forse sì, visto che il 23 gennaio Di Maio, presiedendo la seduta della Camera, si è preso l’ardire di zittire il compare di partito Carlo Sibilia.

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Fabrizio Capecelatro

Fabrizio Capecelatro è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di politica e cronaca, con particolare riguardo a tematiche incentrate su criminalità organizzata e camorra. Su temi di attualità e di cronaca criminale ha scritto anche su Pourfemme.

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