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Compito di un giornalista è riportare i fatti. Quelli che succedono e quelli che non succedono, ma dovrebbero succedere. Vi assicuro, pertanto, che non c’è nulla di personale in quello che sto per raccontarvi. È solo il dovere, quello di un giornalista, di informare i suoi lettori, che poi sono anche i cittadini, affinché possano sapere per poter scegliere.
Dalla redazione di NanoPress.it ho mandato, lo stesso giorno e quasi alla stessa ora, la stessa mail a tutti i quattro candidati alle Primarie del Partito Democratico che domenica 7 febbraio sceglieranno chi sarà il candidato del Centro-Sinistra alle prossime elezioni amministrative.
Ho proposto loro di rispondere, molto sinteticamente, a dieci domande, tutte uguali per ciascuno, su questioni importanti per la città di Milano come l’ampliamento dell’Area C, la costruzione di una Moschea, la riapertura dei Naviglio o le case popolari e la gestione dei campi rom.
Ho pubblicato, singolarmente, le interviste mano mano che le realizzavamo, le ho raccolte in un articolo che potesse offrire a Voi lettori, soprattutto a quelli di Milano, i cittadini chiamati questa volta a scegliere, un unico e breve confronto fra le posizione dei diversi candidati (Clicca qui per vedere le singole interviste).
Ho realizzato l’intervista con tre dei quattro candidati: erano impegnati, tutti. Ma mi sono dichiarato disponibile a “raggiungerli” per rubargli non più di 5 minuti. Mi hanno spesso spostato l’appuntamento, ma capisco che in questo momento gli impegni si moltiplichino e accavallino fra di loro e sono stato felice di venire incontro alle loro esigenze: sempre per poter offrire quel servizio di informazione necessario per i cittadini.
Nonostante le telefonate all’ufficio stampa, i solleciti, le mail, le promesse non mantenuto e nonostante abbia provato a essere ricevuto tramite contatti diretti all’interno del Partito Democratico, non sono riuscito a incontrare Beppe Sala.
Perché vi sto raccontando questa storia? Io, ora, non voglio dire che il candidato sostenuto da Renzi e dalla dirigenza del PD non abbia voluto rispondere alle nostre domande forse un po’ troppo dirette e specifiche per poter consentire giri di parole che non portano poi a dire nulla. Ma voglio condividere con voi, i miei lettori e soprattutto quelli di Milano che dovranno scegliere, alcune perplessità che mi sono sorte.
Se non si trova il tempo, che invece gli altri candidati ugualmente carichi di impegni hanno trovato, di ricevere un giornalista, i motivi, escludendo che Sala troppo semplicisticamente non volesse rispondere alle domande, possono essere soltanto due, entrambi gravi se quel candidato venisse effettivamente eletto.
Da un lato potrebbe, infatti, sussistere la reale mancanza di tempo e questo vorrebbe dire che quel candidato, a differenza degli altri, ha manifeste incapacità di organizzare il proprio tempo e non sa neanche scegliersi uno staff capace di organizzarglielo. E questo credo che sarebbe un problema qualora divenisse Sindaco di Milano.
Dall’altro potrebbe essere semplicemente non interessato a rilasciare interviste a quella testata, non ritenendola evidentemente abbastanza blasonata, come altre a cui invece le interviste Sala le ha rilasciate eccome! Questo, però, vorrebbe dire che Sala divide i proprio interlocutori in interlocutori di “serie A” e di “serie B”. E allora un domani, da Sindaco, riceverà soltanto i cittadini blasonati o comunque da lui ritenuti di “serie A”? Parlerà esclusivamente con gli immobiliaristi e non con chi chiede una casa popolare, con i banchieri e non con i risparmiatori, con gli imprenditori e non con i dipendenti e così via?
Non avendo ricevuto le risposte richieste da Beppe Sala, abbiamo solo potuto immaginarle…e ve le proponiamo in questo breve video, a confronto con quelle degli altri candidati!