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Cronaca da Bergamo: un folto gruppo di rom si è recato al pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo per chiedere cure per una bambina ferita al dito. Pretendendo di passare davanti a tutti gli altri pazienti per ottenere la visita del medico immediatamente, e ricevendo invece un ‘no’ come risposta, un uomo del gruppo ha pensato bene di picchiare l’infermiere di turno.
La notizia viene riportata da L’eco di Bergamo, che spiega ciò che è avvenuto lo scorso martedì sera presso il pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Una bambina rom era stata portata nel nosocomio con una ferita al dito, dopo aver avuto un incidente con un ventilatore. Gli operatori sanitari avevano già messo il lista di attesa la piccola per sottoporla a una radiografia per capire l’entità della lesione, ma stando alle ricostruzioni ufficiali, i parenti e gli amici della bambina hanno cominciato a scalpitare e inveire contro i medici, pretendendo di essere seguiti prima di tutti gli altri pazienti che erano già in attesa del loto turno.
La tensione è salita tanto che alcuni del gruppo di rom ha cominciato a urlare, sostenuti da altri nomadi che nel frattempo erano stati chiamati telefonicamente da altri parenti ed erano giunti all’interno del pronto soccorso.
Nella confusione causata dalla trentina di rom accorsi, e nel tentativo di placare gli animi, un infermiere ha avuto la peggio, ed è stato raggiunto in faccia da un violento pugno sferrato da uno dei rom che avevano accompagnato la bambina. La piccola è stata in seguito curata e medicata come da prassi.
Sull’episodio è intervenuto Carlo Nicora, direttore generale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, sostenendo che si tratta di “episodi gravissimi, che vanno duramente condannati perché mettono in pericolo i nostri operatori e minano l’incolumità degli stessi pazienti”.
E poi annuncia novità sul piano della sicurezza: “Alla luce dei fatti acquista sempre più importanza il percorso di progressivo rafforzamento delle misure di sicurezza che stiamo sviluppando in tutta l’azienda e in particolare in pronto soccorso, che ha già portato all’introduzione di pulsanti antipanico e di un sistema di videosorveglianza, a cui si aggiungono le guardie giurate armate presenti in ospedale notte e giorno”.
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