Fanno discutere le parole di Beppe Bergomi alla RSI (Radiotelevisione Svizzera Italiana) che ha di fatto ammesso di aver assunto prodotti ora proibiti nella prima parte della sua carriera all’Inter. Lo storico difensore dei neroazzurri e della Nazionale italiana ha affermato di essere preoccupato delle sostanze che gli sono state date dai medici della squadra e che lui ha accettato con una certa qual leggerezza. Da lì, il monito alle attuali nuove leve che dovrebbero prestare più attenzione al doping. Leggiamo qualche passaggio significativo.
Bergomi è stato intervistato dalla RSI nel pomeriggio di ieri presso l’Expo di Milano, in occasione di un convegno su sport, doping e giovani. Lo zio non nasconde le parole: “A volte sono preoccupato per i farmaci che ho preso o che mi hanno dato. Alcune sostanze che adesso sono doping, nel 1979-80 quando ho iniziato io, si potevano prendere. Oggi le società sono cresciute e danno un livello di informazione elevato. Poi penso che un giocatore debba sempre chiedere al suo medico“. Ricordiamo che Bergomi ha sempre giocato nell’Inter dal 1979 al 1999, venti anni e 519 match.
Ma di che farmaci parlava Bergomi? Lo ha spiegato alla Gazzetta dello Sport: “Mi riferivo al Micoren: quando ho iniziato a giocare ce lo davano sempre e ci dicevano che serviva a spaccare il fiato. Poi si è scoperto che è una sostanza dopante e pericolosa“. Non è il primo ad aver rivelato di aver assunto questa sostanza, prima di lui lo avevano fatto anche Fabio Capello e Cesare Prandelli. Questo stimolante cardiovascolare fu tolto dal mercato nel 1985 per gli effetti collaterali. Eppure, è stato preso in dosi massicce e con tanta leggerezza. Bergomi aggiunge: “Il Micoren lo davano a tutti e in tutte le società”
Da qui il monito ai giovani: “I ragazzi devono puntare su un sano allenamento, devono sempre chiedere informazioni su tutto quello che gli viene dato e devono puntare su una sana alimentazione“. Vero, così come è vero che il doping nel calcio non un mondo così limitato e lontano come si tende a credere. Rimane sempre in memoria la lista “oscurata” di calciatori tra i clienti del ginecologo Fuentes che ha fatto scattare uno dei più grandi scandali del ciclismo, ad esempio.