La Germania, oltre al problema del Covid, ora ha un’altra questione da affrontare: sono state imbrattate una settantina di opere conservate nel principale complesso museale di Berlino. Per la precisione, l’atto vandalico ha interessato tre delle cinque gallerie dell’Isola dei Musei (Museumsinsel), ovvero il Pergamon Museum, l’Alte Nationalgalerie e il Neues Museum (gli altri due sono l’Altes Museum e il Bode-Museum), e sono stati colpiti sia reperti archeologici come sarcofagi e statue in pietra, che dipinti dell’800.
Le autorità hanno diffuso la notizia ben tre settimane dopo l’accaduto per ragioni strategiche, infatti il reato si sarebbe consumato lo scorso 3 ottobre.
Non è il primo “problema” che devono affrontare i musei di Berlino, nominati patrimonio UNESCO nel ’99. L’ultimo in ordine cronologico risale al 2017, quando è stata trafugata dal Bode-Museum una moneta d’oro dal peso di cento chili. La moneta canadese era chiamata (parliamo al passato perché non è mai stata ritrovata) Big Maple Leaf: su un lato c’era raffigurata la regina Elisabetta II, dall’altro una foglia d’acero. Il valore? 4 milioni di euro.
Il presunto colpevole: un militante di estrema destra
Ma l’ultimo attacco subito dai musei di Berlino non era finalizzato al furto, bensì alla devastazione ideologica. Alla luce di tutto questo, la polizia ha già un sospettato, come ha fatto sapere il quotidiano Bild: Attila Hildmann.
Hildmann, ex cuoco, è divenuto famoso per i suoi cooking show e i suoi libri di ricette vegane, ora, però, si è reinventato attivista dell’estrema destra: antisemita, negazionista del Covid e sostenitore QAnon, gruppo che crea teorie del complotto. Seguendo dunque il suo pensiero, il Pergamon Museum sarebbe “il centro dei satinasti globali e dei criminali del coronavirus“.
Lo chef, avrebbe condiviso sui social un articolo in merito all’atto vandalico consumatosi a Berlino rivendicandone la paternità. Un atto finale della sua propaganda, portata avanti nei mesi scorsi sul suo canale Telegram, dove non aveva risparmiato nemmeno Angela Merkel. Secondo lui la Cancelliera svolgeva “sacrifici umani” al Pergamon, ma non solo: sarebbe anche accusata di stare portando avanti una strage mondiale insieme a Bill Gates grazie al Covid e di far parte di una loggia sionista che vuole distruggere la razza tedesca in favore di quella ebraica.
Il comizio al Pergamon Museum di Berlino
Non da ultimo, quest’estate Hildmann aveva tenuto una sorta di comizio proprio sui gradini dell’altare di Pergamo, venendo poi allontanato dal museo. La fondazione che gestisce il museo, la Preussischer Kulturbesitz, aveva subito risposto con iniziative per ribadire il proprio antirazzismo, facendo arrabbiare ancora di più il militante. Tutti questi indizi hanno portato a lui come principale sospetto, ma la polizia ancora indaga.
Oltre all’ideologia, il vero problema è il danno riportato: non si sa se le opere potranno essere completamente restaurate. Questo orribile atto vandalico potrebbe lasciare un’impronta permanente su reperti e quadri di valore inestimabile.