Berlusconi e il Milan: tutte le imprese rossonere sotto la sua presidenza

Foto squadra Coppa Campioni con berlusconi

Trent’anni di presidenza, da quella volta che l’elicottero atterrò a Milanello e il Milan iniziò a muovere i primi passi verso un ritorno all’antico, ai successi. Alla ‘grandeur’ di Silvio Berlusconi, presidente che finché ha seguito con costanza la squadra l’ha portata a dominare in Italia, in Europa e nel mondo. Rimettiamo indietro il nastro e riviviamo l’epopea del Diavolo e del presidente.

E’ il 1985/86 quando plana dal cielo, come un supereroe, il numero uno di Fininvest. Nel 1987/88 è già ora di festeggiare il primo scudetto, con l’intuizione di portare in panchina l’ex Parma Arrigo Sacchi, un allenatore che cambia il modo di intendere il calcio in Italia. In rapida successione, arrivarono pure la Coppa del Campioni, la Coppa Intercontinentale, la Supercoppa europea. A fronte di grandi investimenti, grandi successi.

Arrivarono a vestire la maglie del Milan gli olandese Gullit, Rikaard e Van Basten. Arrivò Carlo Ancelotti. Poi fu la volta di Fabio Capello, che proseguì sulla stessa strada tracciata da Sacchi: la vittoria. Altri scudetti, ancora l’Europa. Finita l’epoca di Capello, fu la volta di Carlo Ancelotti, che non mancò di portare a Milanello un’altra volta la Champions League. In totale, sotto la presidenza di Silvio Berlusconi, il Milan ha vinto 28 trofei (un Mondiale Fifa, due Coppe Intercontinentali, cinque Coppe dei Campioni, cinque Supercoppe europee, otto scudetti, una Coppa Italia, sei Supercoppa di Lega).

Anche in epoca recente, è arrivato lo scudetto con Massimiliano Allegri (2011), sono approdati campionissimi come Zlatan Ibrahimovic, Andrea Pirla, Thiago Silva. Degni successori di Weah, Savicevic, Papin, Ronaldinho, Donadoni e Shevchenko. A proposito di premi individuali: Marco Van Basten ha portato a casa tre Palloni d’oro, Gullit, Weah e Shevchenko uno a testa.

Al suo fianco, Berlusconi ha sempre avuto uomini che gli hanno facilitato il compito, primo su tutti naturalmente Adriano Galliani. Ma pure Ariedo Braida, Silvano Ramaccioni. Fino ad arrivare ai giorni nostri, quando in Società è entrata pure la figlia Barbara.

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