Giornata vispa al Senato, Berlusconi perde la sua fedelissima a cui non sarà offerto alcun incarico, litiga poi con La Russa e ci scappa una vaffa.
Oggi Il Cav è uscito dal Senato con l’amaro in bocca: “La trattativa per i ministeri è finita e a Licia Ronzulli non ne toccherà nessuno“, ha detto Silvio Berlusconi. Ma c’è di più: all’interno dell’aula di Palazzo Madama, l’ex premier si è fatto prendere dall’irruenza mentre parlava con Ignazio La Russa, neo eletto presidente del Senato.
È stato un diverbio fra i due culminato con un vaffa e tanto di pugni sbattuti sul tavolo da parte di Berlusconi, mentre La Russa giurava e spergiurava con tanto di mano sul petto che l’esclusione di Licia Ronzulli non era farina del suo sacco.
Fedelissima del leader di Forza Italia, Licia Ronzulli non ha trovato il riscontro che cercava e non avrà incarichi, nemmeno quel ministero della Salute a cui, si dice, agognasse tanto.
Ritenuta in teoria poco competente e magari inadatta a quel governo di alto profilo, auspicato fortemente dalla premier in pectore Giorgia Meloni. E forse Ronzulli è portatrice di alcuni geni scomodi che peraltro ha ereditato gran parte della classe politica femminile prodotta dal berlusconismo. Anche lei era entrata nell’occhio del ciclone per le feste a Villa Certosa.
A proposito ci sono state indagini nei suoi confronti, poi rigorosamente archiviate. E battibecchi pesanti con Sonia Alfano, che le rivolse epiteti irripetibili proprio nel bel mezzo del Parlamento Europeo, era il 2010.
Ciò, tuttavia, non ha chiuso le porte del Senato a Licia Ronzulli, approdata a Palazzo Madama con il 56,80 percento di preferenze nel 2018, dopo una carriera brillante che l’ha condotta attraverso un’escalation assoluta dal ruolo di infermiera a quello di fedelissima collaboratrice di Berlusconi.
Classe 1975, Licia Ronzulli ha saputo però farsi valere lottando in difesa dei diritti della donna nei luoghi di lavoro ed è stata vicepresidente dell’Assemblea parlamentare paritetica Africa-Caraibi-Pacifico-Ue, adoperandosi bene in difesa dei diritti umani in generale.
Altro: si è presa non poche minacce quando ha deciso di presentare un disegno di legge in cui si obbligava il personale sanitario alla vaccinazione contro il Covid19.
Insomma, l’esclusione di Ronzulli per Forza Italia è davvero un colpo basso. Il ruolo della senatrice all’interno del partito di Forza Italia è preponderante, ma ciò non le ha garantito alcun dicastero né tantomeno una carica degna di rilievo.
Dietro all’esclusione di Licia Ronzulli si potrebbero nascondere l’esitazione della sciagurata partenza della XIX legislatura, iniziata oggi con le schede bianche di Forza Italia per l’elezione del presidente del Senato. Berlusconi infatti ha votato soltanto alla fine ed era molto confuso, tanto è vero che sono intervenuti gli assistenti parlamentari ad aiutarlo.
Il Cav, in realtà l’ha presa davvero male, vuole cinque ministeri, di cui uno, quello degli anziani, per Ronzulli. E minaccia: “L’atto di sfiducia alla Ronzulli è un atto di sfiducia a me e a Forza Italia”e poi rincara la dose: “Chi comanda davvero nella coalizione… comando io e basta… mostri maturità…” riferendosi a Meloni, è quanto trapela dagli appunti di Berlusconi su cui pasticciava oggi al Senato.
Calenda su Twitter ha scritto che la coalizione di maggioranza non è in grado di governare se resta “appesa ai desideri di Licia Ronzulli”, con una delle sue solite uscite acchiappa bottoni.
Di sicuro c’è che Giorgia Meloni non sta esattamente accontentando i suoi alleati, né da un lato e neanche dall’altro, e quando ci riesce è sempre un parto.
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