Silvio Berlusconi, il magnate che ha guidato quattro volte il governo italiano, con solo l’8% di voti per il suo partito, Forza Italia, secondo le ultime rilevazioni, è dietro ai suoi compagni di coalizione di destra.
Il Brianteo urla di gioia. I 18.000 tifosi che riempiono lo stadio non ci credono: Monza, prima stagione in Serie A, ultima in classifica con zero vittorie, ha appena battuto la Juventus. “Finalmente mi hanno ascoltato, lo stile di gioco precedente era sbagliato”, proclama Silvio Berlusconi, che, molto nel suo stile, si prende il merito della vittoria.
Berlusconi, un tempo proprietario dell’onnipotente Milan, oggi deve accontentarsi di possedere il piccolo Monza
Berlusconi, un tempo proprietario dell’onnipotente Milan, oggi deve accontentarsi di possedere il piccola Monza. Potrebbe essere una metafora del declino de Il Cavaliere, finanziariamente più potente che mai, politicamente più debole che mai. Monza si trova nel cuore di quello che potremmo chiamare Berlusconia, un vasto territorio a nord-est di Milano che, anche grazie al magnate, concentra buona parte della prosperità dell’Italia.
Ecco, a Segrate, Milano Due, l’enorme urbanizzazione che Berlusconi ha costruito tra il 1970 e il 1980 e dalla cui televisione via cavo, emittente locale che trasmetteva a malapena messe e raduni di quartiere, è emerso Canale 5, pezzo fondatore di Mediaset. Qui, a Cologno, si trova la sede di Mediaset, con i suoi 5.000 dipendenti. Qui a Legnate c’è l’impero editoriale Mondadori.
E qui, ad Arcore, c’è Villa San Martino, la favolosa residenza che Berlusconi acquistò nel 1974, con pessime arti e per un prezzo ridicolo, da un giovane aristocratico ingenuo orfano, consigliato da un avvocato, Cesare Previti, che in realtà lavorava per Il Cavaliere. Allo stadio tutti sembrano amare Berlusconi, che nel 2018 ha comprato il Monza per meno di tre milioni di euro e, dopo aver investito più di 50 milioni in trasferimenti, lo scorso anno ha ottenuto la promozione in Serie A.
Molti, oltre ad amarlo, dicono di conoscerlo. Uno, il camionista Giulio, perché ha trasportato un mobile nel comune di Arcore. Un altro, il tassista Massimiliano, perché da Legnate trasferisce spesso dirigenti Mondadori in paese. Entrambi lo voteranno domenica. «Il Cavaliere metterà ordine nella coalizione di destra e manterrà la sanità mentale, i fascisti dovranno obbedirgli», dice Massimiliano.
I sondaggi indicano diversamente. All’interno della coalizione di destra, i neofascisti Fratelli d’Italia aspirano a vincere le elezioni di domenica con un massimo del 25% dei voti. La Lega di Matteo Salvini, pura estrema destra, può ottenere oltre il 12%. Forza Italia, terza gamba della coalizione e presunto baluardo del buon senso e dell’europeismo (l’ironia della storia), si aggira intorno all’8%. Il partito di Berlusconi costituirà il fianco più debole del probabile ultra governo di destra.
Come imporre il buon senso dalla debolezza? Più importanti dei sondaggi sono i fatti. E i fatti oscurano la figura di Silvio Berlusconi, che il 29 settembre compirà 86 anni. Il Cavaliere si è candidato nove volte e quattro volte Presidente del Consiglio dei Ministri. Trascina 36 processi giudiziari, molti dei quali ancora in corso: di solito accusa depressione o malattia per ottenere rinvii. La sua salute è quella che è: è sopravvissuto a cancro, chirurgia a cuore aperto e covid e ogni tanto deve essere ricoverato in ospedale.
Il Cavaliere avrebbe voluto diventare presidente della Repubblica all’inizio anno
All’inizio dell’anno voleva essere presidente della Repubblica e fallì miseramente. Il suo no al governo di Mario Draghi, lo scorso luglio, ha fatto uscire da Forza Italia molti dirigenti e militanti. L’uomo, tuttavia, fa del suo meglio per mantenere il genio e la figura. A marzo si è fidanzato – con una cerimonia che aveva tutto quello di un matrimonio, tranne il matrimonio – con Marta Fascina, 33 anni, ex dipendente del servizio stampa milanese.
A Fascina è stato regalato un posto sicuro su un biglietto siciliano di Forza Italia. Difficile non provare imbarazzo (o attacco di ilarità) con i messaggi elettorali di Berlusconi attraverso il social network TikTok, in cui, rivolgendosi alle giovani donne, si proclama più bello di chiunque altro e, rivolgendosi ai giovani, chiede loro Il voto. E mette in chiaro: “Non preoccuparti, non il telefono delle tue amiche”.
Perché Berlusconi si lancia in quest’ultima battaglia, in tali condizioni di fragilità personale e politica? L’obiettivo, come sempre, è proteggere il tuo impero commerciale? Alan Friedman, prestigioso giornalista americano e italiano che nel 2015 ha pubblicato una lunga serie di interviste a Berlusconi con il titolo My Way (un documentario tratto dal libro è visibile su Netflix), ritiene che non sia più così: “Cosa stai cercando per ora si sta vendicando e, in qualche modo, si sta vendicando”.
“Nel 2013 Berlusconi è stato ignominiosamente espulso dal Senato per frode [oggi è un eurodeputato] e aspira a cancellare quell’offesa”, dice Friedman. “Sogna di tornare, di riprendere il potere. Ma la realtà dice il contrario: ogni giorno si indebolisce. Sta arrivando alla fine della fuga”, aggiunge il giornalista. Friedman ricorda che, 10 anni fa, Berlusconi si vantava di aver fermato l’ascesa del fascismo in Italia.
Fu lui infatti, nel 1994, a introdurre nel Governo i ministri di Alleanza Nazionale, nome adottato dagli eredi politici di Benito Mussolini dell’epoca. L’uomo che ha affermato di aver fermato il fascismo ne viene divorato. “Possiamo contare sul probabile nuovo governo che sarà razzista, xenofobo, anti-abortista, anti-europeo e Berlusconi non sarà in grado di fermarlo”, spiega Friedman.
“Ma più di questo”, aggiunge il biografo di Berlusconi, “temo l’incompetenza di un governo che può portare l’Italia alla rovina economica e al disastro sociale”. Silvio Berlusconi entra nel crepuscolo. Ma il vecchio incantatore di serpenti è ancora lì. E vedendo il miracolo di domenica, quando il piccolo Monza creato da Il Cavaliere ha battuto la possente Juventus, ascoltando il clamore dei tifosi e gli elogi dei propri, nessuno può escludere che, per quanto improbabile possa sembrare, Berlusconi ne tira uno ultimo coniglio fuori dal cilindro