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Le porte del Referendum Costituzionale del 4 dicembre stanno quasi per aprirsi e continuano i colpi di scena: Silvio Berlusconi ha annunciato che intende scendere (di nuovo) in campo, proponendosi come leader del centrodestra. Nel rispetto della migliore tradizione italiana del ‘nuovo che avanza’, l’ex Premier ha dichiarato che attende soltanto di ricevere il responso dalla Corte Europea di Strasburgo.
Berlusconi si dice infatti convinto che l’esito del processo sarà a suo favore: ‘Credo che questa sentenza dovrà arrivare. Sono assolutamente sicuro che metterà in chiaro come non ci sia stata nessuna evasione da parte mia. E quindi io dovrei ritornare nella possibilità di ricandidarmi. In quel caso il centrodestra non avrebbe la necessità di cercare altri leader’, ha dichiarato il presidente di Forza Italia a Rai Parlamento confessando inoltre di ‘attendere in maniera spasmodica la sentenza della Corte di Strasburgo, che purtroppo ci mette troppo tempo, tre anni, per esaminare un caso che non riguarda solo un cittadino ma un importante Paese europeo’.
Berlusconi torna nuovamente a scombussolare i piani in un centrodestra sempre più complicato, ogni volta alle prese con una polemica nuova, non osservando pertanto il monito dei medici, di abbandonare il mondo della politica.
Sulla dichiarazione shock di Silvio Berlusconi, c’è però qualcuno che non è d’accordo: il leader del Carroccio e aspirante presidente del Consiglio, Matteo Salvini, ha voluto subito chiarire il suo punto di vista: ‘Una cosa è certa: indietro non si guarda. Io sarei davvero felice se Silvio Berlusconi uscisse dagli impedimenti e fosse in condizione di ritornare pienamente alla politica. Ne sarei felice per lui e per tutta l’Italia. E sono assolutamente certo che nei prossimi giorni saprà dare un contributo determinante alla campagna per il No, in tv e in tutti i modi in cui sceglierà di farlo, ma dobbiamo tutti guardare avanti’ e aggiunge che a decidere non potrà essere lui: ‘Non possiamo ripresentarci agli italiani nello stesso modo in cui lo abbiamo fatto sempre. Non ci possono più essere leader decisi a tavola o davanti al caminetto. Chiunque sia, comunque si chiami, dovrà avere quella spinta e quella forza derivante dalle primarie’.
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