Dopo le parole, arrivate a regionali in corso, di Silvio Berlusconi su Volodymyr Zelensky, a cui hanno risposto addirittura da Kiev, il Cavaliere e leader di Forza Italia, che pure non è tornato sull’argomento neanche dopo la vittoria, sia in Lombardia, sia nella Lazio, del centrodestra, ha spiegato oggi cosa intendesse, ribadendo comunque il sostegno di lui e del suo partito, in Italia e in Europa, alla causa Ucraina.
A dichiarazioni su Zelensky, Berlusconi, per altro, non è neanche nuovo. Prima delle politiche del 25 settembre, in diretta da Bruno Vespa, e a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Parlamento, mentre ancora non si trovava un accordo per il presidente della Camera, e quando qualcuno aveva appena voltato le spalle a Ignazio La Russa, anzi era stato solo lui a votarlo, si era lasciato sfuggire qualche commento, forse di troppo, tanto che, come ora, si era dovuti tornare sui propri passi.
Stavolta, Silvio Berlusconi l’aveva fatta più grave del previsto. A urne piene, si fa per dire considerato che alle regionali sono andati a votare solo due aventi diritto al voto su cinque, il Cavaliere si era esibito nel suo show preferito, dire qualcosa per cui doversi pentire. Lo ha fatto prima di allora, scatenando qualche polemica, lo ha fatto prima di allora, facendo divertire – per esempio, la storia del pullman di troie se il Monza avesse battuto o la Juventus o il Milan, almeno si poteva alzare la posta in palio se non si desiderava vincere la scommessa -, lo ha fatto ora che le risposte sono arrivate direttamente da Kiev.
Se, infatti, non è una novità che determinati argomenti rimangano di dominio pubblico solo in Italia, ce ne sono altre che varcano i confini, anche dell’Unione europea. In Ucraina benché sotto attaccato sanno perfettamente che chi sta dalla parte di Vladimir Putin non può stare dalle parte di Volodymyr Zelensky, il punto è che questo in caso si è andati a colpire direttamente il presidente del Paese sotto scacco dei russi da quasi un anno, e nonostante le varie controffensive.
Dopo la tirata d’orecchie delle opposizioni, quindi, quella dei diretti interessanti, e persino quella del Partito popolare europeo, il grande schieramento in cui Forza Italia ha un ruolo importante in Parlamento europeo, e ce l’ha soprattutto Antonio Tajani, braccio destro di Berlusconi e, ora, titolare della Farnesina nel governo di Giorgia Meloni, il senatore ed ex presidente del Consiglio è tornato sui suoi passi, a modo suo.
Anche perché gli ex colleghi di Berlusconi non ci sono andati giù così leggeri. “Il Gruppo PPE respinge fermamente le osservazioni fatte da Silvio Berlusconi sull’Ucraina. Non riflettono la nostra linea politica. La Russia è l’aggressore, l’Ucraina è la vittima. Non cederemo alla narrazione di Putin e l’Ucraina può contare sul nostro pieno sostegno“, hanno scritto in una nota.
“Guardiamo ai fatti. Noi abbiamo sempre sostenuto il popolo ucraino, abbiamo sempre votato in Italia e in Europa senza esitazioni e tentennamenti il sostegno all’Ucraina con l’invio di finanziamenti e di armi“, ha detto il leader dei forzisti. “Io sono sempre stato e sto dalla parte del popolo ucraino e della pace. La mia speranza è quella che si possa trovare presto una soluzione diplomatica a questa guerra molto pericolosa per tutti noi. Ho semplicemente suggerito un grande Piano Marshall dell’Occidente per la ricostruzione dell’Ucraina, come possibile via diplomatica per mettere fine a questo conflitto voglio ripeterlo, molto pericoloso per tutti noi“, ha concluso Berlusconi.
Poco dopo le parole del Cavaliere, sono arrivate anche quella della capogruppo al Senato di Forza Italia, Licia Ronzulli – su cui, tra l’altro, si era chiacchierato molto nel periodo di formazione del governo, e che un giorno si è astenuta pur di non approvare un provvedimento, del centrodestra, che non condivideva – ha detto rispondendo direttamente al Pep che “sostenere che il presidente Berlusconi possa in qualche modo cedere alle narrazioni di Putin è fuorviante e non riflette la sua storia politica, oltre che la trentennale testimonianza di uomo di pace. Uno statista che proprio in favore della pace ha sempre cercato di mediare, di incoraggiare, di invitare al senso di responsabilità“.
“Come già ribadito, nessuno ha negato che la Russia fosse l’aggressore e l’Ucraina il Paese aggredito. Paese al quale il presidente Berlusconi, e con lui Forza Italia, non hanno mai fatto mancare il sostegno, come dimostrano i voti favorevoli espressi con convinzione assoluta ai sei decreti per l’invio di armi – ha proseguito la senatrice, anche lei tra le fedelissime dell’ex premier -. Né lo faranno mancare quando si tratterà di votare il settimo“.
Per lei, “allo stesso modo, il presidente Berlusconi ha sempre mantenuto una linea, mai messa in discussione, totalmente a favore del governo italiano, dell’Europa, dello stesso Ppe, della Nato e degli Stati Uniti“. E ha poi concluso, ribadendo la posizione di Berlusconi: “Questo, tuttavia, non significa non provare a cercare soluzioni che possano portare alla pace, per evitare quella spirale di violenza dalle conseguenze inimmaginabili. È con questo solo e unico obiettivo che il presidente Berlusconi ha invitato a una riflessione“.
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