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Biagio Antonacci assolto dall’accusa di evasione fiscale: ‘Il fatto non è più reato’

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Il popolare cantautore Biagio Antonacci è stato assolto dall’accusa di evasione fiscale per cui era stato rinviato a giudizio lo scorso mese di gennaio. Lo ha stabilito la terza sezione penale del Tribunale di Milano presieduta dal giudice Luigi Varanelli, che ha dichiarato prescritto il reato di infedele dichiarazione dei redditi per quanto riguarda gli anni compresi tra il 2004 e il 2007, mentre sulla presunta evasione fiscale del 2008 ha stabilito che ‘il fatto non è più previsto dalla legge come reato’ poiché, ai sensi della nuova normativa, le evasioni fiscali inferiori ai 150 mila euro non sono più penalmente rilevanti.

Biagio Antonacci era stato chiamato a rispondere di un’evasione fiscale da ben 3,5 milioni di euro verificatasi negli anni compresi tra il 2004 e il 2008. L’autore di grandi successi come Liberatemi e Iris aveva già regolarizzato la sua posizione con l’Agenzia delle Entrate, ma restava ancora aperto il capitolo penale davanti al Tribunale di Milano.

I fatti risalivano appunto al 2008 e riguardavano l’utilizzo da parte di Biagio Antonacci di tre società, due con sede legale in Italia e una all’estero, per evitare di pagare le tasse al fisco italiano. All’epoca Biagio era il principale azionista di due srl italiane, la Basta Edizioni Musicali e la Iris, che avevano a loro volta concesso alla londinese Forum Vision Limited lo sfruttamento di parte dei diritti. Secondo l’accusa, però, una parte dei ricavi era stata girata dalla casa discografica alla Forum, sfuggendo così al controllo del fisco italiano.

‘L’interposizione delle tre società’, si leggeva nel decreto di citazione diretta a giudizio, ‘sarebbe stata strumentale alla trasformazione di redditi di lavoro autonomo, soggetti all’aliquota progressiva più elevata, in redditi d’impresa, soggetti ad aliquota più conveniente e, in parte, alla delocalizzazione degli stessi redditi, al fine di evadere le imposte sui redditi, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso’.

Come abbiamo già scritto, Antonacci aveva già regolarizzato nel 2012 la sua posizione con l’Agenzia delle Entrate, ma doveva ancora vedersela in sede penale a seguito del rinvio a giudizio disposto dal pm Carlo Nocerino.

L’avvocato di Biagio Antonacci, Alessio Lanzi, ha commentato con ovvia soddisfazione la sentenza di assoluzione del suo celebre assistito: ‘È stato riconosciuto che i redditi del 2008 erano sotto la soglia di punibilità (la cifra è stata rideterminata in 90 mila euro, ndr). Peccato solo che non sia stato applicato il principio del ‘ne bis in idem’, secondo cui un cittadino già condannato in sede amministrativa non può essere condannato in sede penale: è un principio applicato nella giurisprudenza europea ma non ancora in Italia’.

Raffaele Dambra

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