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Biagio Antonacci è un cantante di successo, eppure in passato si è visto sbattera la porta in faccia anche da nomi di un certo spessore nel panorama della discografia e del mondo della musica, tra cui Alberto Salerno, marito di Mara Maionchi. Antonacci però ha sempre creduto nelle sue capacità e nei suoi brani ed è andato avanti con tenacia.
Biagio Antonacci si racconta a Vanity Fair, dall’amore al passato poco semplice della sua famiglia, fino ai ‘no’ ricevuti in campo musicale. In una lunga intervista, il cantautore ripercorre la sua infanzia e le difficoltà per emergere e ottenere riscatto.
Non è andato sempre tutto liscio nella vita di Biagio Antonacci, anzi nonostante sia un cantante affermato, ha dovuto affrontare qualche ‘no’ e impiegare del tempo per emergere. Antonacci racconta di essere riuscito a diventare un professionista della musica dopo diverse porte sbattute in faccia.
‘Sono stato geometra tirocinante e, nelle pause, suonavo per quelli dell’ufficio, animando la sera, i piano bar o le budinerie dei Navigli. Alberto Salerno, il marito di Mara Maionchi e scopritore di Eros Ramazzotti, ascoltò i miei primi pezzi e mi disse: ‘Fanno schifo”, racconta il cantautore.
Nonostante i ‘no’, Antonacci non ha mollato perché ha sempre creduto nelle sue capacità e doti di musicista e paroliere. ‘Ho sempre pensato che i pazzi fossero loro e che in realtà avevo talento. Ma riconosco di non aver mai mollato nonostante le tante porte in faccia. I primi soldi mi parvero un errore perché la fortuna, ai poveri, sembra sempre uno sbaglio’, ammette.
Antonacci infatti racconta di aver avuto un passato un po’ complicato dal punto di vista economico e rivela come la musica sia stata il suo grande riscatto.
‘Papà era povero, arrivò da emigrante a Milano e dormiva nei palazzi in costruzione. La parola povertà la conosco perché siamo stati spesso sul suo ciglio. Ci chiamavano terroni e questa cosa ci ha scatenato dentro un senso di rivalsa. Sono cresciuto nel ‘Bronx’, tra scorribande e risse’, confessa.
Qualche sofferenza per essere etichettato come un ‘terrone’, Biagio Antonacci ammette di averla provata. ‘Ci chiamavano i terroncelli, c’era ancora e c’è tuttora una forma di razzismo spietata, ma sentirci chiamare ‘terunìn’ ci ha fatto diventare forti, ci ha spinto alla revanche: ‘prima o poi ve la faremo vedere’, pensavamo.
Il cantautore ammette di essere stato legato ad alcune donna un po’ per routine e di essere rimasto con loro anche quando l’amore era finito, oggi però ha una compagna con cui vive giorno per giorno, Paola.
‘All’inizio, avevo relazioni lunghe anche quando capivo che l’amore era finito: una follia. Ora sto con una ragazza, Paola, da 14 anni e sogno spesso una libertà che, però, nei fatti, sono incapace di raggiungere. Con Paola, ci scegliamo ogni giorno, ma quando finirà, finirà per lei. Le donne sanno abbandonare meglio degli uomini’, rivela in conclusione.
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