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La modella Bianca Balti ha un cuore grande così e ha voluto dimostrarlo mettendo in vendita gli abiti ottenuti dagli stilisti in 11 anni di carriera per fare beneficenza ai rifugiati, ma il bottino della sua giornata di grandi saldi è stato scarso: poco più di 28 mila euro. Sempre più di molti mercatini dell’usato, indubbiamente, ma di certo dalla sua fama e dai capi a disposizione potevamo aspettarci molto di più.
L’iniziativa di Bianca Balti che vendeva i suoi abiti per i rifugiati aveva avuto una discreta risonanza sui media nazionali, ma a quanto pare, e fateci essere un po’ maligni, sono mancati i grandi acquirenti del mondo del luxury fashion o qualche fashion blogger alla ricerca di vestiti in collezione limitata. L’usato non è per tutti, a quanto pare.
E dire che nel pomeriggio del 27 aprile, nello showroom Superstudio13 di Milano, ne è apparsa di gente a curiosare tra i numerosi capi e accessori messi in vendita dalla supertop italiana Bianca Balti, tra le più conosciute e amate del mondo della moda e dello spettacolo. L’intero ricavato della sua iniziativa, va detto, sarà devoluto all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e verrà destinato al progetto Lifeline Jordan, con il quale si sostengono 135 mila persone rifugiate delle quali la metà sono bambini. Nobile causa, indubbiamente, alla quale hanno contribuito tante persone normali accorse al richiamo di scarpe Christian Louboutin, abiti di stilisti top di gamma per i quali la Balti ha sfilato nel corso degli anni, collezioni limitate, tutte in possesso dello sterminato guardaroba della modella.
Per rimpinguare la raccolta fondi, Bianca Balti si era anche messa a disposizione per delle fotografie il cui ricavato è stato devoluto anche questo in beneficenza: con un contributo di 50 euro si poteva posare assieme a lei e i soldi finivano nella raccolta fondi. Onesta capacità di mettersi in vendita con grazia, d’altronde la Balti fa la modella e ad essere pagata per delle fotografie ci è più che abituata.
I vestiti messi in vendita da Bianca Balti avevano prezzi che variavano da 5 a 500 euro: perfettamente abbordabili per quasi chiunque, esclusi i pezzi forti meno economici, ma il ricavato in sei ore di vendita è stato di soli 28.640 euro. Qualcuno lo ha definito un successo, altri un fiasco: la verità sta nel mezzo, nel senso che comunque 28 mila euro non sono una cifra ridicola e da buttare via. Equivalgono a più della media degli stipendi di qualunque lavoratore e sono stati guadagnati vendendo vestiti usati, ergo non possiamo che dire chapeau.
Magari ci si poteva aspettare un nome da affiancare a Bianca Balti, in grado di smuovere più gente verso la messa in vendita, oppure si poteva pensare di affiancare ad una base di capi cartellinati una piccola asta dei vestiti più prestigiosi o pezzi unici, da far rilanciare in loco o online sempre di più per aggiudicarseli e rimpinguare la somma guadagnata. In ogni caso, lode a Bianca Balti e alla sua beneficenza in favore dei rifugiati: ce ne fossero di più di modelle sensibili come lei…
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