Usa, dopo una nottata di votazioni sfavorevoli è stato eletto, al quindicesimo tentativo, il nuovo speaker della Camera è ora il repubblicano McCarthy e il presidente Joe Biden si è detto pronto a collaborare ma ha chiesto responsabilità al nuovo speaker.
Una serata da incubo che ha portato all’elezione di McCarthy, ma dopo un estenuante duello contro i così detti ‘ribelli’ guidati da Gaetz che per molte volte, però, durante la serata hanno umiliato il repubblicano votando contro, prima di arrivare alla sua vittoria. Il presidente degli Stati Uniti si è detto pronto a collaborare al meglio con l’opposizione e a cominciare ora, nel concreto, il percorso congiunto per apportare il maggior numero di benefici alla Nazione.
Un momento delicato per gli Usa, che ricordano l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio e, prendendo d’esempio il tragico evento di due anni fa, Biden ha chiesto responsabilità al nuovo speaker eletto per poter lavorare assieme e rendere migliore il Paese.
Dopo cinque giornate e ben quindici votazioni il repubblicano Kevin McCarthy è riuscito ad ottenere la maggioranza e a diventare, così, il nuovo speacker della Camera statunitense. Una battaglia che ha rivelato una spaccatura interna al partito importante e che, sicuramente, non ha fatto fare una bella figura all’interno partito oppositore.
La problematiche che sono emerse e che hanno bloccato l’elezione del rappresentante della California, sono stati i cosiddetti ‘ribelli’ che hanno votato contro, provocando la lunga maratona che ha umiliato molte volte il leader repubblicano. Questo è nato sopratutto dalle diatribe tra McCarthy e Gaetz, che ha dato filo da torcere in maniera importante al neo eletto.
Il capo degli ultraconservatori ribattezzati per l’appunto ‘ribelli’ Gaetz ha, difatti, adottato una strategia che ha allungato e reso nervose le elezioni, ma ha permesso alla sua cerchia ristretta di fedelissimi di vedere esaudite diverse richieste per poter, così, concludere la sua opposizione all’elezione di McCarthy.
I venti ultraconservatori, che Gaetz ha guidato in queste quattro giornate, fanno parte dei negazionisti che ancora, nonostante non siano state trovate tracce di brogli o altro, credono che le elezioni 2020 siano state rubate da Biden e che il presidente Usa dovesse essere nuovamente Trump. Il Congresso si è quindi incartato e ha dovuto scontrarsi più volte prima di arrivare ad una conclusione.
McCarthy ha dovuto fare molte concessioni a Gaetz e Biggs, rappresentate della camera per l’Arizona, tra le quali alcune davvero importanti. Innanzitutto ha concesso loro la possibilità di ottenere una votazione per la rimozione dalla carica di speaker dei rappresentati alla Camera anche soltanto con la richiesta di un singolo deputato. Ma non è la sola cosa che sono riusciti ad ottenere i ribelli dato che hanno ottenuto anche la possibilità per il Freedom Caucaus, ala ultra conservatrice di destra, di avere un terzo dei membri all’interno della Rules Committee ovvero la commissione che decide quali leggi arrivano in aula e in quale forma.
Una concessione che McCarthy ha fatto pur di ottenere l’elezione che rischia davvero di diventare motivo futuro di scontri importanti. Poi il nuovo speaker della Camera dei rappresentati ha concesso anche se si possa votare riguardo la legge di durata del mandato e sulla legge che regola la sicurezza dei confini. Uno degli altri punti fondamentali richiesti, proprio mentre Biden ha deciso di mandare nuovi aiuti all’Ucraina, è il diminuire la spesa per la difesa.
Lo stesso Gaetz, verso le ultime votazioni, ha dichiarato che non avevano più richieste da fare e che ormai aveva già ottenuto tutto quello che volevano. Nonostante ciò per sbloccare la situazione è stato necessario l’intervento dell’ex presidente Trump. La telefonata del tycoon, come rivela la Cnn, è stata decisiva per arrivare ad una conclusione ma non ha comunque fatto votare si a Gaetz che si è invece astenuto.
McCarthy così ha ottenuto i 216 voti favorevoli su un totale di 428 espressi. Dopo una lunga ed estenuate lotta il leader repubblicano ha ottenuto la carica di nuovo Speaker della Camera dei rappresentati Usa.
Kevin McCarthy ha così effettuato il giuramento ufficiale, che gli ha permesso di assumere la carica ottenuta con fatica. Ha dovuto lottare e abbassare la testa molte, fino a quando ha deciso di confrontarsi direttamente con il suo oppositore Gaetz e si è quasi arrivati allo scontro fisico.
Nel suo primo discorso dopo l’elezione ha esordito con queste parole: “È stato facile, eh? Non avrei mai pensato che saremmo arrivati fin qui. Affronteremo anche le sfide a lungo termine dell’America, il debito e l’ascesa del partito comunista cinese” aggiungendo poi che: “per quanto riguarda il partito comunista cinese, creeremo un comitato bipartisan sulla Cina per indagare su come riportare le centinaia di migliaia di posti di lavoro che sono andati in Cina, e poi vinceremo questa competizione economica”.
Una sfida difficile per il neo eletto che avrà da gestire spaccature interne e, dopo le concessioni fatte ai ribelli, dovrà sottostare al volere dei suoi oppositori interni.
Il presidente Usa Joe Biden ha voluto condividere un pensiero dopo la vittoria ottenuta dal McCarthy e ha affermato: “Come ho detto dopo le elezioni di metà mandato, sono pronto a lavorare con i repubblicani ogni volta che sarà possibile, e gli elettori, come hanno detto chiaramente, si aspettano che i repubblicani siano pronti a lavorare con me. Ora la leadership della Camera ha deciso che quel processo debba iniziare”.
In conclusione il capo di stato Usa ha precisato anche: “ora è il momento di governare responsabilmente, e assicurare che gli interessi delle famiglie americane vengano per primi”. Ora inizia la nuova avvenuta di McCarthy, ma la vera sfida sarà quella del partito repubblicano che ad oggi mostra poca unità e coesione interna e questo potrebbe minare la credibilità ottenuta fino ad oggi.
Ora la battaglia è per le prossime elezioni presidenziali del 2024 che vedranno una lotta, oltre che tra repubblicani e democratici, anche all’interno degli stessi partiti e soprattutto all’interno dei partito dei repubblicani.
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