Durante una intervista alla CNN, il presidente USA Joe Biden dichiara di essere disposto a incontrare Vladimir Putin, ma il colloquio dipenderà dagli argomenti di cui il numero uno del Cremlino vorrà discutere.
Oltre alla questione russa, il presidente democratico riferisce sulla situazione economica e interna al Paese e sui rapporti con le nazioni esportatrici di petrolio.
Prove di disgelo: alcuni decenni fa si sarebbe titolato probabilmente così, quando in Europa e in buona parte del pianeta imperversava la Guerra Fredda e ogni avvicinamento tra le due superpotenze USA e URSS era visto come uno scaldarsi di relazioni altrimenti gelide, appunto.
Da diverso tempo Putin, o qualche suo rappresentante di governo (come il ministro degli Esteri, Lavrov), lancia una richiesta, intervallata dalle solite minacce e arringhe allucinate, di incontro e di dialogo con gli Stati Uniti per venire a capo della situazione ucraina e internazionale.
Comprensibile che un regime in estrema difficoltà cerchi di raggiungere uno stallo che gli garantirebbe di riprendere fiato e magari di vedersi così in parte riconosciuto a livello internazionale l’esproprio delle terre ucraine.
Infatti, pochi giorni fa, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha ventilato la possibilità che al termine degli incontri del G20 di novembre in Indonesia si potesse svolgere un confronto proprio tra Putin e Biden.
D’altronde, fin dall’inizio dell’invasione, il Cremlino ha esplicitamente lasciato intendere che trattative e negoziati sarebbero stati svolti solo in presenza dell’entourage a stelle e strisce, negando qualsiasi autorità e autonomia al governo di Kiev.
Ieri notte, durante l’intervista alla CNN, il presidente statunitense Joe Biden ha in qualche modo risposto a questo invito. E la replica ha segnalato un ammorbidimento, almeno dei toni, indice forse che si starebbe tentando di costringere gli attori impegnati negli scontri a raggiungere una soluzione negoziale, visto lo stallo attuale e la prospettiva di una clamorosa debacle per l’esercito di Mosca.
Biden ha prima “rivalutato” la figura di Putin, il quale sarebbe un uomo razionale che però avrebbe commesso un grave errore di calcolo scegliendo di invadere l’Ucraina; poi non ha demolito la proposta di incontro, cosa impensabile fino a poche settimane fa, sebbene abbia specificato come la fattibilità del meeting dipenda dagli argomenti di cui si vorrà discutere. Innanzitutto il presidente russo per primo dovrebbe dare prova delle proprie buone intenzioni, magari rilasciando la stella del basket USA Brittney Griner incarcerata dal regime moscovita.
Sul versante economico, nonostante le stime pubblicate dal Fondo Monetario Internazionale che indicano una forte frenata della crescita del PIL mondiale con alcuni stati a rischio recessione (Italia e Germania tra gli altri), Biden si dice non preoccupato.
Questo perché, prosegue l’inquilino della Casa Bianca, gli Stati Uniti godono di una situazione economico-politica migliore di molti altri grandi stati globali, cosa che gli dovrebbe consentire di superare il difficile momento anche nel caso di una recessione economica, la quale in ogni caso, assicura, sarebbe lieve per il mercato statunitense.
Le rassicurazioni di Biden derivano, oltre che dalla forza della economia a stelle e strisce, anche dai forti investimenti in welfare attuati dall’amministrazione democratica, che dovrebbe proteggere le famiglie americane dalle sferzate dell’inflazione e della crisi dei commerci.
Infine il presidente USA torna sulla decisione dell’OPEC+ di tagliare la produzione mondiale di petrolio per far tornare a crescere i prezzi dell’idrocarburo liquido. La scelta, presa nel contesto coevo di sovraesposizione dei mercati energetici ormai preda della speculazione selvaggia, ha irritato profondamente Washington e lo stesso Biden, che ieri è tornato a minacciare conseguenze, lasciando all’immaginazione personale una descrizione più accurata delle possibili contromisure.
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