Il presidente degli U.S.A. Joe Biden non nasconde la propria preoccupazione per una risposta russa impulsiva ed incontrollata dopo la pesante ritirata degli scorsi giorni delle truppe di Putin da alcune zone precedentemente occupate dell’Ucraina.
In particolare l’inquilino della Casa Bianca afferma di temere la possibilità che la disperazione porti Putin a sfoderare missili a testata nucleare per sbloccare l’impasse ucraino.
Accorato appello giungerebbe da Washington verso Mosca, da Joe Biden a Vladimir Putin, accompagnato da un secco “no” all’utilizzo bellico delle armi atomiche. Il timore che spinge Biden alla richiesta si origina dal contesto di guerra ucraino, dove importanti aggiornamenti sono intercorsi negli ultimi giorni, dopo alcune settimane di stanca nelle battaglie e di sostanziale immobilismo nell’avanzata delle truppe di entrambi gli schieramenti.
Tuttavia da una decina di giorni si è assistito ad una formidabile controffensiva di Kiev nei territori del Nord-Est, nella regione di Kharkiv soprattutto, ma lembi di suolo (non paragonabili all’avanzata nel Nord) sono stati strappati all’invasore russo anche nei territori a Sud-Est, negli oblast’ di Kherson e Zaporizhzhya.
La rotta delle formazioni moscovite, piuttosto scomposta in certi punti, con mezzi ed armi abbandonati alla mercè dei battaglioni di liberazione giallo-blu, ha mostrato tutte le difficoltà dell’ex armata rossa: logistica a dir poco farraginosa, leva combattente demotivata se non totalmente inconscia del reale contesto di combattimento, attrezzatura tecnologicamente obsoleta, aviazione non pervenuta se non all’inizio dell’invasione.
Tutti questi segnali si mescolano in Joe Biden in un sentimento ambivalente: da un lato vi è la gioia per le vittorie ucraine, dopo tanti sforzi economici e militari, settori questi ultimi nei quali gli U.S.A. si sono distinti per quantità e qualità dei rifornimenti inviati al governo di Kiev.
Dall’altro lato c’è il timore per le prossime azioni di Putin: del resto quando un regime dispotico si sente alle strette, poiché sistema privo di quei freni e contropoteri tipici delle organizzazioni politiche democratiche o comunque di potere socialmente condiviso, tende a compiere atti clamorosi che ne riaffermino l’immagine internazionale di forza, mettendo in guardia avversari e detrattori e rinvigorendo l’animo dei sostenitori.
Ecco perché Biden teme l’utilizzo di armi nucleari da parte di Putin: un’atomica tattica (ordigno meno violento e potente rispetto alle conseguenze prodotte da un’atomica strategica) potrebbe danneggiare gravemente l’esercito di Zelensky, fiaccando lo spirito di rivalsa ucraino.
Se questa prospettiva potrebbe “affascinare” il despota del Cremlino, il quale in verità si è finora mostrato meno propenso a questa soluzione di altri personaggi politici e mediatici russi, contemporaneamente la risposta internazionale sarebbe durissima e consequenziale, sottolinea il presidente Biden.
Del resto anche gli stessi esigui alleati di Mosca potrebbero non vedere di buon occhio la collaborazione, per quanto fondamentalmente strumentale, con un soggetto statuale che fa uso in modo alquanto disinvolto dell’ordigno nucleare.
In ogni caso, Biden a voluto ribadire come gli U.S.A. non soprassederanno qualora Putin optasse per l’utilizzo di armi atomiche.
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