Con la nuova amministrazione Biden arrivano i primi importanti cambiamenti nella politica estera americana. Il neo presidente democratico, nel primo discorso al Dipartimento di Stato, ha infatti annunciato importanti novità, segnando una totale discontinuità con la politica estera della precedente amministrazione Trump.
Tra le novità annunciate, la fine dell’America First trumpiano, con il conseguente ripristino delle storiche alleanze e del multilateralismo in un’ottica di contenimento di Mosca e dell’espansionismo cinese, e la fine del sostegno statunitense all’offensiva saudita nello Yemen. La diplomazia torna dunque al centro: “L’America è tornata. La diplomazia è tornata”, ha dichiarato Biden nel suo primo grande discorso di politica estera.
Biden: stop alla guerra in Yemen
La prima importante discontinuità con la politica estera trumpiana annunciata dal neo presidente americano riguarda la fine del sostegno statunitense alle operazioni militari condotte dall’Arabia Saudita nello Yemen. L’obiettivo della nuova amministrazione è infatti quello di ritagliare per gli Stati Uniti un ruolo più attivo nel porre fine alla lunga guerra civile scoppiata nel Paese nel 2015: “La guerra in Yemen deve finire. E per sottolineare il nostro impegno, poniamo fine a tutto il sostegno americano alle operazioni offensive nello Yemen, comprese le relative vendite di armi”, ha dichiarato Biden.
Si tratta di una grande novità, che segna un importante distacco non solo con la precedente amministrazione Trump, ma anche con quella Obama, che sin da subito appoggiò l’offensiva saudita nella regione.
Il rapporto con Russia e Cina
Per quanto riguarda le relazioni con la Russia, Biden non ha usato mezzi termini, affermando che la linea seguita dalla sua amministrazione nei confronti dei rivali russi sarà opposta a quella trumpiana: “I giorni in cui gli Stati Uniti cedevano di fronte alle azioni aggressive russe, all’interferenza nelle elezioni, ai cyber attacchi, all’avvelenamento di suoi cittadini, sono finiti”, ha dichiarato il neo presidente.
Avvertimenti lanciati anche a Pechino, il cui espansionismo preoccupa non poco a Washington. Per contenere le mire cinesi, oltre che russe, Biden ha sottolineato la necessità di dare avvio a una nuova stagione di cooperazione e dunque di rivitalizzare le tradizionali alleanze, fondamentali per realizzare la nuova declinazione della politica estera americana.
La presenza in Europa
Tra le novità più importanti annunciate da Joe Biden anche la decisione di interrompere il ritiro delle truppe statunitensi dalla Germania disposto dalla precedente amministrazione, scelta che conferma la volontà della nuova presidenza di non rinunciare a una forte presenza in Europa, naturalmente sempre in un’ottica di contenimento della Russia.
Questa dunque l’agenda dettata in politica estera dal neo presidente democratico. Le rotture e le discontinuità con la precedente amministrazione Trump al momento sono chiare, resta da vedere come si svilupperanno nel concreto i rapporti con la Cina, principale competitor mondiale degli Stati Uniti.