Il presidente Usa Biden ah ha usato parole molto dure per descrivere il capo di Stato cinese Xi Jinping ad appena un giorno dalla conclusione dei colloqui tra Washington e Pechino dove blinken hai incontrato gli altri diplomatici e lo stesso capo di Stato cinese. Ha descritto il suo omologo come un tiranno e ha mostrato la volontà di continuare contrastare l’ascesa della Cina e lo ha fatto anche instaurando rapporti più stretti con l’india.
Nonostante l’incontro tra funzionari cinesi e statunitensi non avesse portato la distensione nei rapporti tra Washington e Pechino, ha sicuramente frenato un percorso che poteva volgere ha una riappacificazione e distensione diplomatica che alla luce dei fatti sembra ancora molto lontana. Le parole del presidente Usa non hanno ricevuto per ora risposta immediata da Pechino ne commenti dalle autorità statunitensi, ma genereranno sicuramente ulteriore tensione e rischiano di minare i progressi, seppur minimi, fatti da Blinken durante il suo viaggio.
L’incontro negli Stati Uniti con il capo di Stato dell’India Modi rivela chiaramente la volontà degli Stati Uniti e soprattutto dell’amministrazione Biden di contrapporsi alla Cina avvicinandosi alla Nazione che tutti descrivono come potenziale e reale concorrente di Pechino.
Durante una raccolta fondi il presidente Usa Biden ha parlato della diplomazia tra Washington e Pechino, soltanto un giorno dopo che il segretario di Stato Blinken ha lasciato la Cina, a seguito del viaggio che è stato attuato per attenuare il nervosismo e la tensione scaturito tra autorità cinese statunitense a seguito di diversi incidenti e questioni irrisolte hanno generato il momento più basso in assoluto nella storia dei loro rapporti.
Queste dichiarazioni sono arrivate solo un giorno dopo che il massimo diplomatico di Biden ha lasciato Pechino con buoni propositi per una riconciliazione. L’incidente del pallone, che è stato abbattuto dagli Stati Uniti e che, secondo quanto riferito da Washington e successivamente verificato analizzando il velivolo, è stato usato per spiare gli Stati Uniti, soprattutto obiettivi militari, ha inevitabilmente inasprito i rapporti già difficili tra usa e Cina.
Oltre alla questione del pallone spia si può affermare che le problematiche principali tra Cina e Usa sono rappresentate dall’astio scaturito dalla competizione economica e soprattutto in ambito tecnologico, che hanno portato alla famosa guerra dei chip che vede limitazioni importanti attuate da Washington nei confronti di Pechino che vanno scontrarsi con la produttività tecnologica ed elettronica minando l’ascesa cinese in questo ambito.
È inevitabile, dopo aver spiegato il concetto della competizione tecnologica, che si è trasformata ora in reale sfida e astio, passare alla delicata questione di Taiwan dato che proprio l’isola ritenuta ribelle e dotata di autonomia, ma considerate di sovranità territoriale cinese, ad avere la maggior percentuale al mondo di produzione di semiconduttori o chip.
Proprio per questo Taiwan si trova in una posizione delicatissima, dato che è coinvolta sia nella guerra tecnologica che nella questione indipendenza dalla Cina che sembrava, fino ad ora, sostenuta dalle autorità statunitense dato che, nonostante Taiwan sia riconosciuta come entità ma non come stato sovrano dato l’appartenenza alla Cina continentale, Washington ha deciso comunque di intrattenere rapporti commerciali e accordi senza il consenso del governo cinese. Xi Jinping ha precisato più volte e, sempre più spesso viene rimarcato, che la riunificazione di Taiwan ha la Cina è qualcosa di imprescindibile e inevitabile che si è trasformata ora data le minacce in una priorità di prima linea.
Le parole utilizzate dal presidente Usa alla raccolta fondi del Partito Democratico hanno provocato caos e questo perché Biden ha affermato che Xi si era arrabbiato per l’incidente del pallone a febbraio perché non sapeva che fosse lì e ha aggiunto poi che “questo è un grande imbarazzo per i dittatori. Quando non sapevano cosa fosse successo. Non doveva andare dov’era. È andato fuori rotta”.
Questa non è la prima volta che Biden ha criticato il governo cinese. Durante la sua campagna elettorale, ha parlato spesso della necessità di fare pressione sulla Cina in materia di diritti umani e di commercio. Nonostante ciò il paragone con un dittatore è una retorica insolitamente forte per un presidente degli Stati Uniti nei confronti del leader di un altro paese.
Il segretario di stato degli Stati Uniti Antony Blinken si è recentemente recato in Cina per discutere della rivalità tra Washington e Pechino con il ministro degli Esteri Qin Gang, l’alto funzionario per gli affari esteri Wang Yi e il presidente Xi Jinping. Sebbene non ci siano stati grandi progressi, Blinken e Xi hanno concordato sulla necessità di stabilizzare la rivalità tra i due paesi in modo che non sfoci in un conflitto. Ora però riemerge il timore concreto che i commenti di Biden potrebbero andare a incidere sulla ripresa delle relazioni bilaterali e sulla diplomazia che entrambe le nazioni hanno mostrato di voler ripristinare.
Questo potrebbe cancellare i progressi fatti da blinken nei giorni di colloquio a Pechino ma soprattutto peggiorare ulteriormente i rapporti bilaterali con la Cina.
Nel frattempo l’amministrazione Biden ha deciso di rafforzare in maniera profonda i legami con l’India e con il primo ministro Narendra Modi, che sarà in visita ufficiale negli Stati Uniti alla fine di questa settimana. La scelta di organizzare una cena in onore di Modi alla Casa Bianca ha sollevato malcontento e critiche da parte dei gruppi per i diritti umani che si scagliano duramente e quotidianamente contro la politica di estrema destra e razzista attuata dal leader indiano e secondo gli attivisti la scelta di avvicinarsi a modi in questa maniera si contrappone con l’obiettivo che gli USA dicono di appoggiare sempre ovvero diritti umani e democrazia nella politica estera.
La visita ufficiale del primo ministro indiano Narendra Modi negli Stati Uniti, che sarà celebrata con una cena di stato organizzata dalla Casa Bianca il 22 giugno, è stata criticata dai gruppi per i diritti umani. Durante il mandato di Modi, i musulmani indiani e altre minoranze hanno sperimentato un aumento della violenza e della repressione mentre il governo si appoggia a una forma di nazionalismo indù noto come Hindutva.
La decisione della Casa Bianca di onorare Modi con una cena di stato è stata definita come un sostegno alla svolta di estrema destra dell’India sotto la guida di Modi e come un’azione che mina l’obiettivo dichiarato dell’amministrazione Biden di enfatizzare i diritti umani e la democrazia nella sua politica estera. In una telefonata con Al Jazeera, Edward Mitchell, vicedirettore esecutivo del Council on American-Islamic Relations (CAIR), ha criticato la decisione della Casa Bianca, definendo Modi un aperto bigotto anti-musulmano e un ideologo di destra che censura i giornalisti e chiude un occhio sui linciaggi.
Mitchell ha sostenuto che è possibile lavorare con l’India e Modi senza celebrarlo con una cena di stato, che è un’occasione speciale riservata solo a pochi leader stranieri.
Mentre alcuni gruppi di difesa dei diritti umani hanno espresso preoccupazioni riguardo alla situazione dei diritti umani in India, gli esperti di politica estera ritengono che l’amministrazione Biden sia principalmente interessata al paese come potenziale contrappeso alla Cina, che gli Stati Uniti considerano il suo più formidabile concorrente globale. Secondo Sarang Shidore, direttore degli studi e ricercatore senior presso il Quincy Institute, un think tank con sede negli Stati Uniti, le relazioni tra USA e India continueranno a crescere finché ci sarà una preoccupazione condivisa per la Cina.
Biden sta rafforzando in modo evidente e profondo legami con l’India e il primo ministro indiano Modi, che sarà in visita ufficiale negli Stati Uniti alla fine di questa settimana. ciò che determina questo contrapporsi alla scelta del presidente Usa è dettato dal fatto che i musulmani indiani e altre minoranze hanno sperimentato un aumento della violenza e della repressione mentre il governo si appoggia a una forma di nazionalismo indù noto come Hindutva. La decisione della Casa Bianca È stata recepita come un sostegno alla svolta di estrema destra dell’India sotto la guida di Modi.
Gli esperti di politica estera ritengono che l’amministrazione Biden sia principalmente interessata al paese come potenziale contrappeso alla Cina, che gli Stati Uniti considerano il suo più formidabile concorrente globale.
Secondo Sarang Shidore, direttore degli studi e ricercatore senior presso il Quincy Institute, un think tank con sede negli Stati Uniti, le relazioni tra USA e India continueranno a crescere finché ci sarà una preoccupazione condivisa per la Cina.
La crescente potenza militare della Cina e le rivendicazioni territoriali assertive sono diventate fonte di preoccupazione per i paesi asiatici vicini come Filippine, Vietnam, Giappone e India. Gli Stati Uniti hanno lavorato per stringere alleanze con molti di quei paesi nel tentativo di contenere l’influenza in espansione della Cina.
Shidore ha detto: “Non c’è dubbio, c’è un aumento del nazionalismo cinese”. “E la Cina vede l’India come una sfida crescente a causa delle sue relazioni con gli Stati Uniti”.
Mentre gli Stati Uniti cercano di contenere l’influenza cinese, la relazione tra le due grandi potenze rimane tesa. La recente visita di Blinken in Cina ha dimostrato la necessità di stabilizzare la rivalità tra i due paesi, ma la situazione rimane fragile.
La visita di Modi negli Stati Uniti ha suscitato preoccupazioni per la situazione dei diritti umani in India e la decisione della Casa Bianca di onorarlo con una cena di stato è stata criticata dai gruppi di difesa dei diritti umani. Tuttavia, gli esperti di politica estera ritengono che l’amministrazione Biden sia principalmente interessata all’India come potenziale contrappeso alla Cina.
L’India diventerà la la nazione più popolata al mondo secondo le stime degli esperti nel 2024, battendo così la Cina e il suo primato di popolosità e di crescita demografica. Oltre a questo data la sua mira espansiva il governo indiano ha attirato numerose possibilità di investimenti esteri tra cui Importantissime aziende e multinazionali estere.
L’obiettivo dell’amministrazione Biden di contrapporsi a Pechino è sempre più presente è costante e genera una situazione pesante e preoccupante per l’autorità globali, che attraversano già una crisi molto profonda derivata dalla pandemia da COVID-19 che ha affermato economia e produttività per un periodo ma ovviamente anche dagli eventi che caratterizzano l’invasione russa in Ucraina e hanno generato il conflitto tuttora in atto.
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