Il presidente Usa Joe Biden nel corso di una conferenza stampa, nella giornata di venerdì 28 luglio, ha parlato del rapporto tra Israele e Arabia Saudita e ha spiegato che sono avvenuti leggeri progressi all’interno delle trattative in corso, per cercare un punto comune e arrivare alla normalizzazione dei rapporti bilaterali tra autorità saudite e israeliane. Nonostante il caos che si è generato Israele durante le ultime settimane, sia a causa della revisione giudiziaria che quelle continue provocazioni attuate dalla coalizione di Netanyahu nei confronti del popolo islamico, gli Stati Uniti si mostrano al fianco di Israele per cercare di appianare le divergenze tra Riyadh e Tel Aviv, convinti che ne gioverebbe l’intera regione.
L’annuncio è arrivato il giorno dopo che una delegazione di alto livello statunitense si sono recati a Jeddah per discutere di un possibile accordo. Secondo quanto riferito, l’accordo potrebbe prevedere un aumento e un approfondimento dei legami di sicurezza tra Riyadh e Washington, che comprende anche importanti concessioni dal popolo israeliano a quello palestinese. Tutto ciò per cercare di mantenere viva la volontà e la concretezza dell’attuare azioni che portino a una riappacificazione concreta.
Gli Stati Uniti hanno mostrato un profondo interesse nel trovare un accordo che punta alla normalizzazione dei rapporti bilaterali tra Israele e Arabia Saudita deteriorati da molto tempo. Questo interesse non è nascosto dall’amministrazione Biden, che ha avviato colloqui ripetuti per cercare di trovare una soluzione alle divergenze in atto.
Nel corso degli anni al comando l’amministrazione Trump ha cercato di organizzare colloqui tra i due paesi per raggiungere una stabilità in Medio Oriente.
Nonostante gli sforzi intrapresi, una reale riappacificazione tra Tel Aviv e autorità saudite sembra ancora lontana e tortuosa.
Una questione che non facilita il riavvicinamento tra i due Paesi è sicuramente la posizione saudita in merito alla questione palestinese, che preme molto alle autorità locali che promuovono una soluzione pacifica, la quale sicuramente non rientra nei piani del governo israeliano, perlomeno del governo attuale.
Gli Stati Uniti stanno mettendo molto impegno nel cercare di risolvere i rapporti, tesi da molto tempo, tra Israele e Arabia Saudita.
Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan è stato in viaggio in Arabia Saudita per cercare di arrivare ad un possibile accordo di normalizzazione tra Israele e il regno, come riportato dal Times of Israel ma nonostante tutti gli sforzi, una reale distensione sembra ancora lontana.
Anche il funzionario della Casa Bianca per il Medio Oriente Brett McGurk si è recato in Arabia, secondo quanto riportato dal New York Times.
Durante un evento nella campagna per le presidenziali del 2024, il presidente Usa Biden ha accennato a un possibile riavvicinamento tra Israele e Arabia Saudita, spiegando che “forse c’è un riavvicinamento in corso”.
Non sono stati forniti ulteriori dettagli in merito alla discussione e non si sa se i negoziati per la riconciliazione abbiano subito un reale scossone positivo.
Come sopracitato sembra che la normalizzazione delle relazioni bilaterali tra Riad e Tel Aviv ancora si ancora lontana e le divergenze risultano ancora più importanti dei punti in comune. Proprio per questo l’amministrazione Biden spinge utilizzando ogni mezzo a disposizione.
L’accanimento e la violenza utilizzata da Israele nei confronti del popolo palestinese, e del mondo islamico in generale, non può essere superato così facilmente, dato che è qualcosa di fondamentale che risiede nei valori seguiti dall’Arabia Saudita.
Sembra però che Tel Aviv non abbia interesse nel placare la tensione e neanche nell’andare incontro alle richieste di non violenza avanzate dalle autorità di Riyadh. Un chiaro esempio di ciò è la visita effettuata dal ministro della Sicurezza interna di Israele Ben Gvir alla Spianata delle moschee, che è un luogo ritenuto sacro sia per culto ebraico che per i musulmani e che vede, ora, messo in discussione il proprio status Quo.
Non ha ancora chiama Rossi è il percorso intrapreso dagli Stati Uniti per mediare nelle relazioni tra Arabia e Israele possa portare a un accordo concreto e soprattutto quali saranno le conseguenze di ciò nel futuro del Medio Oriente.
Secondo quanto riportato da un editorialista del New York Times, Riyadh sta cercando di negoziare un accordo di normalizzazione con Israele che includerebbe un trattato di sicurezza reciproca simile alla NATO, un programma nucleare civile monitorato e sostenuto dagli Usa ma anche la capacità di acquistare armi più avanzate da Washington.
Washington nel frattempo sta cercando un modo per far sì che le autorità saudite offrano un pacchetto di aiuti consistente alle istituzioni in Palestina e in Cisgiordania e in questa maniera si andrebbe a ridurre significativamente anche il problema attuale con Pechino e pertanto si potrebbe arrivare anche a vedere la conclusione della guerra Nello Yemen.
Secondo il New York Times Riyadh ha intenzione di chiedere a Israele passi importanti per la tutela della Palestina e per preservare la soluzione a due Stati sul territorio che è qualcosa di imprescindibile per il regime Saudita.
È richiesto anche l’impegno concreto e ufficiale di non attuare azioni che vadano a compromettere l’attuale sovranità territoriale palestinese e, pertanto, è richiesto di non annettere più territori della Cisgiordania a Israele.
Questa richiesta è arrivata dopo che il governo Netanyahu ha inizialmente accettato le proposte dei suoi ministri per un ampliamento consistente nel territori appartenenti ai palestinesi, sollevando controversie internazionali e scontri locali. È richiesto impegno per non legalizzare altri avamposti sul territorio e oltre a questo essenziale che Israele mantenga un comportamento equilibrato nei territori dell’area C popolata dai cittadini palestinesi.
Questo potrebbe essere un motivo di freno da parte delle autorità israeliane che, come sopra menzionato virgola non hanno intenzione di abbandonare lo sviluppo e l’ampliamento nonostante sia stato in questo preciso momento bloccato da Netanyahu.
I membri di estrema destra nel suo gabinetto potrebbero opporsi e creare ulteriore tensione nella regione. Resta da vedere se le parti riusciranno a raggiungere un accordo e quali saranno le implicazioni dell’accordo per la regione nel suo insieme.
La leadership dell’Autorità Palestinese dovrebbe poi anch’essa approvare l’accordo di normalizzazione tra Israele e l’Arabia Saudita, nonostante l’opposizione abbia espresso in passato disaccordo verso altri accordi di normalizzazione arabi con Israele.
La leadership saudita sembra non essere particolarmente interessata ai palestinesi o al processo di pace in Medio Oriente, e Biden potrebbe quindi avere difficoltà a sostenere un accordo che non includa importanti concessioni israeliane su questo fronte.
Il senatore statunitense Chris Van Hollen ha dichiarato al New York Times che “qualsiasi accordo di normalizzazione tra Israele e l’Arabia Saudita dovrà includere disposizioni significative, chiaramente definite e applicabili per preservare l’opzione di una soluzione a due stati e soddisfare la richiesta del presidente Biden che palestinesi e israeliani godano di uguali misure di libertà e dignità.”
Gli esperti hanno sottolineato che qualsiasi accordo del genere richiederebbe probabilmente mesi per essere negoziato ed è ancora “un azzardo, nella migliore delle ipotesi“.
Van Hollen ha dichiarato nella che: “sarà difficile per il presidente Biden vendere qualsiasi accordo di normalizzazione tra Israele e l’Arabia Saudita al Congresso degli Stati Uniti senza disposizioni significative per preservare la soluzione a due stati e garantire la libertà e la dignità per entrambi i popoli.”
Friedman ha inoltre sottolineato che qualsiasi accordo richiederà probabilmente mesi per essere negoziato ed è ancora incerto se ci sarà un accordo finale.
Biden stesso ha detto che sono ancora lontani da un accordo con l’Arabia Saudita.
Netanyahu ha fatto dell’accordo di normalizzazione con l’Arabia Saudita una delle sue massime priorità, ma i funzionari statunitensi hanno avvertito che le politiche di Israele in Cisgiordania e l’avanzamento della sua revisione giudiziaria rendono difficile garantire un accordo con l’Arabia Saudita.
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