Il presidente americano Joe Biden si oppone alla sospensione della pillola abortiva negli Stati Uniti, dopo la decisione di un giudice federale del Texas.
La Casa Bianca intende “combattere” contro la sentenza sullo stop alla commercializzazione dello steroide sintetico mifepristone, come annunciato poche ore fa da Washington.
Il presidente americano Joe Biden lo ha annunciato poche ore fa: si opporrà alla decisione di un giudice federale di sospendere la pillola abortiva negli Stati Uniti.
La Casa Bianca ha definito la sentenza un “tentativo senza precedenti di privare le donne delle libertà fondamentali“.
Secondo quanto riportato in queste ore dalle principali agenzie, la Casa Bianca avrebbe chiarito la sua linea di fermezza contro la sospensione alla commercializzazione della pillola abortiva.
Una decisione, quest’ultima, presa da un giudice federale del Texas, Matthew Kacsmaryk, e al centro di un dibattito infuocato negli Stati Uniti e non solo.
Il Ministero della Giustizia americano, attraverso un intervento di Merrick Garland, ha già annunciato il ricorso contro la sentenza e ha sottolineato il netto disaccordo del governo allo stop parlando di una richiesta di sospensiva pronta al deposito.
Secondo la Casa Bianca, la decisione del giudice sull’ok alla sospensione “contrasta il giudizio degli esperti della Food and Drug Administration (Fda)” che hanno dichiarato il mifepristone “sicuro ed efficace”.
L’amministrazione Biden non intende tacere davanti a quello che è stato definito come un tentativo “senza precedenti” di privazione delle libertà fondamentali ai danni delle donne.
L’entrata in vigore della decisione del giudice in Texas è rinviata di 7 giorni per permettere al governo federale di presentare appello.
Il dibattito sulla pillola abortiva oltreoceano è incandescente, al centro di una battaglia che si combatte anche a colpi di sentenze tra i vari Stati americani.
Contrapposta alla decisione del giudice federale conservatore del Texas, che ha deciso di sospendere l’approvazione della pillola abortiva da parte di Fda (estendendo così il divieto, virtualmente, al resto del Paese), quella di un giudice federale dello Stato di Washington, Thomas O. Rice, che ha stabilito che il mifepristone resti disponibile sul mercato in almeno 12 stati democratici.
L’aborto farmacologico, secondo quanto riportato dalle agenzie, interessa oggi la maggioranza delle interruzioni di gravidanza negli Stati Uniti.
Questo ha visto il mifepristone diventare bersaglio dei movimenti pro-vita e gruppi antiabortisti i quali sostengono che la Food and Drug Administration, cioè l’agenzia per il controllo dei farmaci e degli alimenti, a seguito dell’approvazione del farmaco avvenuta 23 anni fa non avrebbe condotto analisi mirate a vagliarne i rischi.
Sul tavolo il pugno duro della Casa Bianca, pronta ad investire un importante pacchetto di sforzi per impedire la sospensione della pillola abortiva e la compromissione dei diritti delle donne in materia di gravidanza e aborto che ne deriverebbe.
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