I nuclei familiari che hanno percepito il sostegno economico a settembre sono 1,16 milioni, dei numeri che si traducono con un totale di 2,45 milioni di persone che stanno usufruendo di questo aiuto.
La maggior parte dei richiedenti risiedono nelle isole e nel sud, una percentuale che si aggira intorno al 65%.
Dal primo gennaio fino al 30 settembre del 2022 sono stati spesi dallo Stato Italiano circa 6 miliardi di euro utilizzati sia per il reddito che per la pensione di cittadinanza.
Sono questi i dati che provengono dallo Stato il quale si sta impegnando per sostenere questa misura utile a combattere la povertà degli italiani.
E questo è un argomento su cui Giorgia Meloni è tornata più e più volte proprio perché intenzionata a intervenire, con l’intenzione di modificare alcuni punti.
Sarà questo un argomento molto discusso nel corso della prossima legge di Bilancio e che terrà milioni di italiani con il fiato sospeso.
In base agli ultimi dati, pare che il reddito di cittadinanza venga percepito da circa 1,2 milioni di famiglie. E questo ciò che è possibile affermare grazie alle analisi effettuate dal Osservatorio dell’INPS.
Andando più nel dettaglio, sembra che nel mese di settembre, sono 1,16 milioni il numero di famiglie che hanno ottenuto il sostegno economico, sia che si tratti di reddito o di pensione di cittadinanza.
Dei numeri che si traducono con 2,45 milioni di persone che stanno usufruendo di tale sostegno.
In base a quanto rivelano i dati dell’osservatorio dell’INPS, la maggior parte delle richieste di reddito di cittadinanza proviene dal Mezzogiorno.
Infatti si parla del 64,7% dei beneficiari che percepiscono il reddito di cittadinanza e che risiede al Sud o alle isole.
Andando ad analizzare il resto del paese è possibile affermare che al nord troviamo il 20,2% dei nuclei che ne beneficiano mentre il 15% si trovano nel centro Italia.
Coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza possono quindi utilizzare una cifra minima che parte da 454 euro per i nuclei formati da una sola persona fino ad un massimo di 736 euro per tutte quelle famiglie al cui interno sono presenti cinque componenti.
Ovviamente il sostegno aumenta in base al numero di minori presenti nel nucleo familiare.
Sono circa 358.000 i nuclei a cui interno è presente almeno un membro con un età inferiore ai 18 anni.
Per loro l’importo ottenuto varia da 592 fino a 742 euro. Coloro che invece hanno un disabile in famiglia, ossia 443.000 persone che attualmente hanno fatto richiesta del sussidio, possono beneficiare di 492 euro in media, una cifra che può variare partendo da un minimo di 388 fino ad un massimo di 701.
Durante i primi 9 mesi dell’anno in corso, sono stati 46.000 i nuclei familiari che hanno visto revocato il reddito di cittadinanza mentre le domande decadute sono state 230.000.
Facendo una panoramica e prendendo sotto esame quel periodo che va dal mese di aprile del 2019 fino a settembre del 2022, è possibile affermare che lo Stato ha erogato già quasi 26 miliardi di euro.
Soltanto nel primo anno in cui la misura è stata introdotta, lo Stato ha speso 3,9 miliardi di euro mentre, l’anno successivo, il reddito di cittadinanza ha avuto un impatto molto più notevole alle casse dello stato in quanto la spesa è stata di 7,14 miliardi di euro.
Nel 2021 invece i numeri sono saliti ancora di più in quanto, a causa anche delle numerose difficoltà economiche provocate dalla pandemia, il costo del reddito di cittadinanza complessivo è stato di 8,8 miliardi.
Dopo che Giorgia Meloni è stata eletta premier, sembra che il futuro del reddito di cittadinanza sia incerto.
È stata la stessa premier a rivelare: “Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare”, ma “per gli altri”, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro”
Inoltre, in base a quanto afferma, sembra che il reddito di cittadinanza sia stata una vera e propria sconfitta per coloro che avevano tutte le caratteristiche per fare la propria parte in Italia e sostenere autonomamente la propria famiglia.
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