La perizia psichiatrica dovrà valutare la capacità di intendere e di volere di Alessia Pifferi, la 37enne accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, una bimba di appena 16 mesi.
La donna la lasciò sola in casa per sei giorni e al suo ritorno la piccola era già morta.
La Corte d’Assise di Milano ha disposto una perizia psichiatrica su Alessia Pifferi, la 37enne accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia di 16 mesi, la piccola Diana Pifferi. La perizia dovrà accertare la capacità di intendere e volere dell’indagata al momento dei fatti e l’eventuale pericolosità sociale di Alessia Pifferi. La donna è accusata di omicidio, con l’aggravante della premeditazione.
Il pm Francesco De Tommasi si era detto contrario alla perizia psichiatrica, perché “Alessia Pifferi non ha alcun problema mentale e ha avuto un atteggiamento scellerato nei confronti della figlia”.
Nel luglio dello scorso anno, la donna lasciò la bambina da sola per sei giorni, nella loro casa di Milano, mentre lei trascorreva alcuni giorni con il suo nuovo compagno a Leffe. Nel corso dell’ultima udienza, al cospetto dei giudici della Corte d’Assise di Milano, Alessia Pifferi ha dichiarato che temeva per la sua relazione, che andava avanti da mesi. Proprio per timore dell’uomo, per il quale (secondo le dichiarazioni della Pifferi) la bambina era un intralcio, in quei giorni lei non gli aveva mai chiesto di riportarla a casa da sua figlia. La 37enne ha dichiarato di aver lasciato da sola la figlia, pensando che i biberon le sarebbero bastati per quei giorni.
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