Secondo la Corte d’Assise di Torino, l’omicidio di Fatima avvenuto il 13 gennaio 2022, fu volontario. L’imputato è stato condannato all’ergastolo.
Si tratta del 35enne Azhar Mohssine, che aveva una relazione con la mamma della piccola di 3 anni e abitava nella stessa palazzina.
Ergastolo per il killer della bimba di Torino
Possiamo considerarlo un omicida a tutti gli effetti il 35enne Azhar Mohssine, l’uomo che il 13 giugno ha ucciso la piccola Fatima, di 3 anni, precipitata dal balcone di una palazzina nel centro storico di Torino.
Ha sempre sostenuto che la bambina, figlia di una donna con cui aveva una relazione, gli è sfuggita di mano mentre stavano giocando sul balcone, però la pm Valentina Sellaroli ha sempre sostenuto che invece si è trattato di gesto volontario.
Sappiamo che l’uomo è conosciuto alle forze dell’ordine perché tossicodipendente, infatti proprio quello stesso giorno era stato condannato dal tribunale d 8 mesi per una vicenda di droga. Secondo quanto ricostruito, dal momento che era arrabbiato per la condanna e anche per i continui rimproveri della compagna, ha deciso di fare l’insano gesto, complici anche gli effetti dell’alcol che aveva assunto in grande quantità.
Ora è arrivata per lui una condanna più pesante per un gesto terribile che forse metterà a rischio la sua incolumità anche all’interno del carcere dove sconterà l’ergastolo. “Ce l’ho fatto, finalmente la mia bambina può riposare in pace” queste le parole della madre di Fatima, distrutta dal dolore per la perdita prematura della sua bambina. La donna era presente in aula e ha accolto la sentenza con sollievo, sebbene nulla potrà ridarle indietro sua figlia. Una figlia avuta da una relazione precedente, uccisa dal suo attuale compagno e sebbene sia stata esclusa l’aggravante della crudeltà, rimane la pena massima per un gesto così orribile.
La morte di Fatima
Era il 13 gennaio dell’anno scorso quando la piccola Fatima è volata dal balcone della sua abitazione a Torino.
Il volo è stato considerevole e le conseguenze importanti, Fatima è infatti precipitata oltre la ringhiera della casa di Azhar, per 4 piani. Una tragedia simile può solo portare a una conseguenza: la morte sul colpo.
Stando alla ricostruzione, Fatima aveva un bel rapporto con il nuovo compagno della madre, infatti spesso usciva dall’appartamento dove viveva con la mamma Lucia Chinelli per andare in quello dell’uomo, sul medesimo pianerottolo.
Quel giorno però successe una cosa che nessuno si aspettava, dovuta anche al fatto che il 35enne era in stato di forte alterazione dovuta a un mix di hashish, alcol e farmaci. Tutto questo, unito alla rabbia verso la donna che ogni giorno cercava di fargli cambiare vita, ha portato all’omicidio che inizialmente è stato visto come un incidente.
Ma oggi, proprio come aveva chiesto la Procura, i giudici hanno raggiunto la sentenza all’unanimità dopo sette ore di camera di consiglio. Per loro si è trattato di omicidio volontario.