Questa mattina all’alba è stato arrestato il padre della piccola Kata, la bambina di cinque anni di cui si sono perse le tracce il 10 giugno scorso.
Miguel Angel Romero Chicclo, papà della bambina, era stato inizialmente scarcerato per volontà dei magistrati che indagano sulla misteriosa scomparsa della figlia, che avevano deciso per una misura meno restrittiva, per concedergli di seguire da vicino la scomparsa della figlia. Intanto nell’ex hotel Astor sono al lavoro i cacciatori dei Carabinieri, che stanno svolgendo attività di ricerca in tutto lo stabile.
Torna in carcere il padre della piccola Kata
Questa mattina all’alba è stato arrestato Miguel, il padre della piccola Kata, la bambina di cinque anni scomparsa il 10 giugno scorso dall’ex hotel Astor, in cui viveva con la madre e alcuni familiari. A darne notizia è la redazione di Quarto Grado. L’uomo era stato scarcerato durante le indagini, per volere dei magistrati.
A Miguel Angel Romero Chicclo era stata concessa la scarcerazione per seguire da vicino la vicenda della bambina. All’uomo era stato però imposto l’obbligo di firma, che pare non abbia sempre rispettato, tanto che i carabinieri avrebbero inviato una segnalazione ai giudici, che hanno quindi deciso per la riapplicazione della misura cautelare in carcere.
Intanto, come riferisce l’Ansa, da qualche ora sono al lavoro i cacciatori dei Carabinieri, che stanno indagando sulla vicenda. I militari stanno setacciando l’ex struttura alberghiera, sgomberata qualche giorno dopo la scomparsa della bambina.
Il 12 settembre scorso, cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati, nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa della bambina. Si tratta di ex occupanti dell’hotel Astor, indagati per sequestro di persona a scopo di estorsione. Secondo chi indaga, la piccola Kata – che quel pomeriggio era stata affidata allo zio, mentre la mamma era al lavoro – potrebbe essere stata uccisa nella struttura e poi portata fuori in un trolley o un borsone, immortalati da alcune telecamere presenti all’esterno dell’ex albergo. Un’ipotesi che, al momento, resta soltanto un’ipotesi, visto che della bambina non ci sono tracce e nei borsoni sequestrati non sono state trovate tracce di sangue o di Dna della piccola.