[didascalia fornitore=”Ansa”]La stazione del Brennero al confine[/didascalia]
È stata identificata la famiglia del piccolo Anthony, il bimbo di 5 anni trovato sotto un treno merci in stato di ipotermia alla stazione del Brennero. Grazie all’intervento di una mediatrice culturale che parla la lingua del bambino, è stata ricostruita parte della sua storia, come hanno spiegato la procuratrice capo del tribunale dei minori Antonella Fava e il questore di Bolzano Giuseppe Racca in conferenza stampa. Il piccolo ha raccontato di aver perso i genitori e la sorellina durante il viaggio in treno e di aver tentato di andare in Nord Europa, dove vivono alcuni familiari: ancora non è chiaro il motivo della separazione, se per una disgrazia, un errore o perché volevano abbandonarlo. Gli inquirenti hanno confermato contatti con le autorità del paese dove si trovano i familiari e l’affido temporaneo del piccolo a una famiglia di Bolzano, in attesa di chiarimenti sulla vicenda.
La storia del piccolo Anthony aveva molto colpito l’opinione pubblica. Raggomitolato sotto un vagone di un treno merci, quasi assiderato, solo e senza documenti, era stato trovato dagli agenti della Polizia ferroviaria del Brennero che lo ha salvato da una morte certa. Gli agenti avevano sentito il pianto del piccolo durante un controllo di routine e seguito i singhiozzi fino a un pianale sotto vagone del treno merci, partito da Verona e diretto in Austria: lì, lo hanno trovato già cianotico in viso, stretto a una borsa.
Salvato e portato in ospedale, erano poche le informazioni che il bimbo era riuscito a dare: ha detto di chiamarsi Anthony e di venire dalla Sierra Leone.
Il piccolo non aveva con sé alcun documento o altro che possa aiutare gli inquirenti a risalire alla sua identità e alla sua famiglia. Probabilmente, era partito con la famiglia dall’Africa verso l’Europa, sbarcando in Italia e usando il valico del Brennero per superare il confine, forse per ricongiungersi con dei parenti in un paese del Nord Europa.
La modalità è ormai nota agli agenti della Polizia ferroviaria di confine che hanno già visto moltissimi casi simili: uomini e donne nascoste sotto i vagoni dei treni merci, o tra un vagone e l’altro, nella speranza di lasciare l’Italia e proseguire il viaggio. Molti residenti hanno documentato questa estate il tentativo di alcuni adolescenti di passare il confine a piedi, usando i sentieri, ma è la prima volta che viene trovato un bambino così piccolo da solo.
In tanti si ricordano la vicenda del piccolo Abou, 8 anni, trovato raggomitolato dentro una valigia a Ceuta, enclave spagnola in Marocco, nel maggio 2015: il piccolo, salvato dai controlli, ha potuto riabbracciare i genitori. Altri piccoli migranti invece, hanno trovato la morte nel loro viaggio, come Yaguine Koita e Fodé Tounkara, che morirono assiderati nascosti nel carrello di un aereo nel 1999 in Belgio.