Bimbo inventa la parola petaloso, l’Accademia della Crusca dà l’ok

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Il web ha deciso di mobilitarsi per aiutare il piccolo Matteo, un bambino che ha inventato la parola petaloso e che ora nutre il desiderio di farla entrare di diritto nel vocabolario italiano. Interpellata in merito, l’Accademia della Crusca ha risposto spiegando che c’è un solo modo per introdurre il vocabolo nel dizionario italiano, e cioè il termine deve essere usato da tanti e soprattutto deve essere capito nel suo significato. Così sui social è scattata la gara di ”solidarietà” per far conoscere a quante più persone la nuova parola, con tanto di creazione dell’hashtag #petaloso. In tanti però si sono indignati lasciando commenti critici e dubbiosi.

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Si, allora anche “inzupposo” deve essere messo nel vocabolario (la parola coniata da Antonio Banderas nella pubblicità di certi biscotti) Io ho fatto la maestra per 38 anni e ne ho sentite di parole nuove dai bambini!!!!A quest’ora avremmo un vocabolario tre volte tanto!!!!!”, dice una utente su Facebook, mentre un’altra chiosa: ”Ma siamo tutti diventati matti? Cioè, secondo voi un’ondata modaiola su facebook e twitter farà entrare una parola nel vocabolario?!” e c’è anche chi afferma: ”Solo perché un bambino inventa una parola? Sarà la Crusca del “Tutto può accadere”!”, ma ci sono anche tante persone entusiaste a cui piace la parola petaloso e che hanno deciso di sostenere il ragazzino di terza elementare che studia alle scuole Marchesi di Copparo, in provincia di Ferrara.

lettera della crusca

La storia comincia a scuola, durante una lezione sull’uso degli aggettivi. Matteo ha usato quel vocabolo per descrivere un un fiore pieno di petali. La maestra Margherita Aurora ha dunque chiamato in causa l’Accademia della Crusca per una valutazione in merito, e gli esperti (in questo caso Maria Cristina Torchia, della redazione Consulenza linguistica) hanno inviato una lettera di risposta, in cui si legge: ”Caro Matteo la parola che hai inventato è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano come sono usate parole formate nello stesso modo. Bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola fra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a scrivere e dire “Com’è petaloso questo fiore!” o, come suggerisci tu, “le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi”, ecco, allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano, perché gli italiani la conoscono e la usano”. E per aiutare il bambino a coronare il suo sogno di fare entrare il lemma nel vocabolario italiano, su Twitter è stato lanciato l’hashtag #petaloso.


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Dopo il successo raggiunto dalla parola, il linguista Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, ha commentato: ”Fa piacere che ci sia stato un grande esito mediatico su questa vicenda, per una volta diverso dalle polemiche sugli anglismi, sulle parole straniere da accettare o meno nella lingua italiana”. Ma va comunque ricordato che già nel dizionario inglese l’aggettivo “petaloso” esiste, ed è petalous – cioè qualcosa che ha i petali (having petals).

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