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Categories: Cronaca

Bimbo investito e morto a Roma, su Facebook fioccano commenti razzisti

Un bimbo di sei anni è stato investito a Roma in quello che, purtroppo, è uno dei tanti tragici incidenti “quotidiani” che si verificano sulle strade italiane. Il piccolo è morto poco dopo: inutile la corsa in ospedale dove è stato portato dal 29enne romano che l’ha investito. La dinamica dell’incidente, avvenuto giovedì 6 luglio, è stata descritta dalle agenzie e dai siti: il conducente si è fermato per far attraversare sulle strisce un gruppo di pedoni ma non si è accorto della presenza del bimbo, rimasto per ultimo, ed è partito, investendolo. La famiglia del bambino lo ha poi aggredito in uno scatto di rabbia; alla fine l’autista lo ha portato in ospedale dove il piccolo è deceduto. L’uomo, 29 anni, è stato arrestato dalla Polizia per omicidio stradale e non sarebbe risultato positivo al test di alcol e droga. Una tragedia per entrambe le parti in causa, insomma. Peccato che il dettaglio dell’etnia rom del bimbo abbia scatenato un’orda di commenti razzisti su Facebook.

Italiani brava gente? Non tutti si direbbe, almeno a leggere i commenti fioccati sui profili social dei media che hanno rilanciato la notizia.

Uno di questi, notato da Next Quotidiano, è il profilo Facebook di Ansa che ha riportato il lancio della notizia. Molti utenti hanno voluto commentare il fatto, lasciando una propria testimonianza.

Il fatto che la piccola vittima fosse di etnia rom ha però frenato la corsa all’empatia, tanto che un utente sottolinea i pochi “Rip”, pubblicati sotto il link, a differenza di quanto accade nella norma.

Poco dopo iniziano i commenti più razzisti che collegano l’etnia Rom della vittima all’incidente: un’utente scrive che vicino al luogo della tragedia c’è un campo nomadi non autorizzato e che “si sentono padroni”, tanto che non si meraviglierebbe se avessero attraversato col rosso, concludendo con un pensiero all’autista, “poveraccio”, perché “uno di noi”, in una fantastica divisione tra “noi” e “loro” dal sapore chiaramente razzista.

Inutile spiegare che basta leggere l’articolo per avere un’idea della dinamica e della tragica fatalità: se il bambino è di etnia Rom è un po’ colpa sua se è stato investito, o meglio, dei “genitori”, con tanto di virgolette, che li lasciano vivere per strada, che li espongono ai pericoli e che “non pagano mai il dazio”, come scrive un altro utente. C’è anche chi sottolinea la “civiltà dei parenti” che hanno aggredito il conducente.

Immancabile il commento sulla presunta “invasione” dei migranti, con tanto di filippica sul governo che “non fa mai nulla”: forse l’utente non sa (o fa finta di non sapere) che la maggior parte dei Rom che vivono in Italia sono italiani e che, anche fossero rumeni o di altri Paesi limitrofi, sono cittadini europei, con tanto di diritto alla libera circolazione all’interno dell’area UE.

C’è anche chi arriva a gioire della morte di un bambino di sei anni perché Rom: leggere “uno in meno” riferito a un piccolo appena deceduto in un tragico incidente stradale è davvero un pugno nello stomaco.

La colpa per molti sarebbe anche della stampa che ha dato il dettaglio dell’etnia del bimbo come se fosse una circostanza importante ai fini della notizia.

Per fortuna, sono tanti i commenti di chi stigmatizza frasi e pensieri razzisti anche di fronte a una tragedia costata la vita a un bimbo di sei anni per quella che appare una tragica fatalità: di fronte a questo a volte è meglio il silenzio.

Lorena Cacace

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