Giuseppe poteva essere salvato dalla morte, arrivata dopo una lenta agonia forse di un paio d’ore. Il quadro della tragedia di Cardito, dopo la confessione di Tony Sessoubti, potrebbe essere ancora più fosco, a partire dal ruolo della madre. Come riporta Il Mattino di Napoli, gli investigatori ritengono che il piccolo sia morto dopo che la mamma, Valentina Casa, e il patrigno, hanno cercato di medicare lui e la sorellina Noemi, non riuscendo però a fare nulla. La donna infatti, ancora senza avvocato e pertanto al momento non indagata, avrebbe assistito al pestaggio non riuscendo a fermare la furia di Sessoubti e cercando poi di tamponare la situazione dopo che l’uomo aveva massacrato i figli.
Ci sono poi due momenti ancora poco chiari di quella domenica mattina. Uno avviene intorno alle 10 quando Sessoubti chiama la sorella: ancora non si sa cosa si sia detti i due, anche perché la coppia litigava spesso, ma la donna non ha allertato nessuno, forse ritenendo la situazione sotto controllo.
Alle 12:30 però è la madre del 24enne ad arrivare a casa, ma per il piccolo Giuseppe non c’è più nulla da fare.
Su quelle due ore dovrà fare luce l’autopsia, attesa nelle prossime ore: solo allora si potrà avere la certezza della dinamica della morte.
Rimane anche un altro aspetto da chiarire ed è il ruolo della madre Valentina: gli investigatori ritengono che il 24enne avesse picchiato i due bambini già il giorno prima perché saltavano sul letto nuovo, tornando alla carica la domenica per la seconda volta, sempre perché i due piccoli giocavano sul letto.
La madre avrebbe quindi assistito almeno due volte al pestaggio dei figli senza riuscire a intervenire. Non è escluso inoltre che l’uomo picchiasse spesso i bambini ed è per questo che gli investigatori stanno indagando anche a scuola, per capire se i piccoli avessero già riportato segni di violenze.
In tutto questo quadro fosco arriva la buona notizia sullo stato di salute di Noemi, la sorellina di Giuseppe ricoverata al Santobono di Napoli. La piccola è fuori pericolo ed è guardata a vista dal personale dell’ospedale e dagli investigatori: nessun parente, neppure il padre biologico è stato fatto avvicinare per la sua sicurezza e per non inquinare i ricordi di quanto avvenuto.
La sua testimonia infatti è stata già fondamentale e potrebbe esserlo ancora di più nel prosieguo delle indagini.
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