La politica finalmente torna ad occuparsi della legge sul biotestamento in un’Aula praticamente vuota: solo 20 deputati su 630 hanno preso parte al dibattito sul testo approdato alla Camera dopo più di un anno di attesa. La discussione è il primo passo per l’esame del ddl sulle Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, testo che è stato unificato dalla Commissione che l’ha tenuto praticamente in congelatore per oltre un anno: il caso di dj Fabo ha riportato alla ribalta il tema del fine vita e della libertà di scelta terapeutica ma in realtà non ha scosso le coscienze dei politici che si sono ben guardati dal recarsi a Montecitorio (ossia al lavoro).
A dieci anni dalla morte di Piergiorgio Welby, che aveva richiamato la politica alla responsabilità per una legge sulla libertà di cura e sull’eutanasia, e dopo otto anni dal caso di Eluana Englaro, con il Parlamento convocato ad oltranza per una legge che fermasse le disposizioni del tribunale e scene poco edificanti, tra urla e risse in Aula, la politica dimostra ora quanto poco interessi davvero portare a termine una legge sul fine vita.
Eppure le dichiarazioni dei politici di turno non sono mancate neppure in questa giornata, tra favorevoli e contrari, con toni duri, spesso durissimi, come Daniela Santanchè, deputata di Forza Italia che ha affidato il suo commento a una nota: “Decidere di morire non è un atto di coraggio e lo Stato italiano non dovrebbe sostenere questo atteggiamento. Nessuno in un paese civile può sentirsi libero di non curarsi”. Forza Italia ha presentato 48 emendamenti e quando la presidente Laura Boldrini ha deciso di procedere a votazioni riassuntive e per principi, è intervenuto il capogruppo Renato Brunetta, che ha chiesto di votare ogni singolo emendamento, legando il tema del biotestamento al governo. “Tutto dipende dal governo e dalla maggioranza: se accetteranno o meno, tutti o in parte, i nostri emendamenti, e su questo decideremo il nostro atteggiamento sul voto finale”, ha dichiarato ai giornalisti.
Compatto il fronte dei cattolici nel no alla legge, così come la Lega, con l’NCD che parla di eutanasia e suicidio assistito. “Non accetteremo mai di introdurre l’eutanasia e il suicidio assistito e rendere legale quello che per la legge italiana è di per sé illegale”, ha dichiarato Valentina Castaldini che però ha chiesto una “ampia discussione e di un confronto serrato su un argomento estremamente delicato e che riguarda il valore della vita e il rispetto dell’essere umano”.
L’ipocrisia della politica, davanti a 20 deputati che si presentano al dibattito, dopo aver inondato tv, stampa e web di dichiarazioni sulla vicenda di dj Fabo, è impressionante: usare la sofferenza dei malati per fare propaganda politica è davvero troppo.
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