In Birmania l’esercito ha effettuato un attacco aereo contro la minoranza etnica Kachin, 50 i morti e più di 100 feriti tra la folla.
L’attacco è arrivato domenica sera durante una celebrazione pubblica, organizzata per l’anniversario della prima organizzazione politica Kachin, alla quale stavano assistendo circa 500 persone. Uno degli attacchi più duri dopo la presa di potere da parte dell’esercito con il colpo di stato del febbraio 2021.
Birmania, attacco aereo dell’esercito contro i Kachin: 50 morti e 100 feriti
Uno dei più sanguinosi attacchi da quando l’esercito birmano, con un colpo di Stato, aveva deposto il governo di Aung San Suu Kyi, regolarmente eletto, nel febbraio dello scorso anno. Stavolta i militari si sono scagliati contro la popolazione civile durante una celebrazione pubblica, organizzata da parte della minoranza Kachin in onore della sua rappresentanza politica più importante.
All’evento, domenica sera, erano presenti più di 500 civili, 50 dei quali sono morti, mentre sono circa 100 i feriti. Potrebbe trattarsi dell’attacco con più vittime dal febbraio 2021. L’esercito, che aveva preso il potere con la forza, ha infatti sganciato quattro bombe durante il raid, colpendo il concerto per il 62esimo anniversario della fondazione dell’Organizzazione per l’indipendenza Kachin.
Una minoranza etnica, per la maggior parte di fede cristiana, è uno dei più popolosi gruppi della Birmania e da anni conduce la lotta contro il governo per una maggiore autonomia.
Tra i morti di domenica anche Kachin Aurale e Galau Yaw Lwii, due famosi cantanti nel Paese appartenenti all’etnia Kachin.
In questo momento stanno facendo il giro del web e dei social diversi video che mostrano gli attimi subito successivi al raid aereo, con vittime al suolo e strutture di legno completamente distrutte.
La situazione in Birmania dopo il colpo di stato nel 2021
#24Oct #Birmania @guyelster: Los ataques aéreos del ejército de Birmania mataron a más de 60 personas que asistían a la celebración del aniversario de la principal organización política de la minoría étnica Kachin.
pic.twitter.com/4hEUKlgIhP— Reporte Ya (@ReporteYa) October 24, 2022
Mentre ancora ci si interroga sull’istituzione di aiuti umanitari nel sud-est asiatico, o dell’istituzione di una Commissione Onu, dal 2021 la repressione sanguinosa di Min Aung Hlaing prosegue quasi senza sosta.
Dal colpo di Stato infatti, il governo della Birmania affidato al generale capo delle forze armate (in carica già dal 2011) Min Aung Hlaing guida con il pugno di ferro il Paese, senza risparmiare la forza e la repressione violenta. Inizialmente vi erano state le proteste pacifiche da parte del popolo, proteste che hanno scatenato rapidamente gli atti di violenza e di repressione militare.
Una situazione che nel giro di poco più di un anno si è trasformata in rappresaglia e resistenza armata, soprattutto nelle campagne birmane, dove le milizie etniche lottano ormai da parecchi anni contro il governo centrale di Min Aung Hlaing.
Intanto l’ambasciatore statunitense in Birmania si è esposto condannando l’attacco, cosi come tutta l’ambasciata. Un comunicato su Twitter recita della presa di distanza, e della denuncia al regime che non avrebbe dunque interni a rispettare i diritti dei civili, così come i diritti umanitari internazionali.