Birmania: la condanna Aung San Suu Kyi è stata incrementata di sei anni. Corruzione: quesa l’accusa mossa nei confronti del premio Nobel.
Condannata, in totale, a scontare 26 anni di carcere. Questa è la sentenza emessa per Aung San Suu Kyi, oppositrice del regime birmano. La condanna è stata incrementata, in totale, di sei anni. Si è passati da 20 a 26 anni. La donna è stata accusata di aver intascato delle tangenti.
Un tribunale del Myanmar, gestito dai militari, mercoledì 12 ottobre ha condannato la leader deposto, Aung San Suu Kyi, a sei anni di prigione aggiuntivi, con l’accusa di aver accettato una tangente.
Il premio Nobel 77enne, figura di spicco dell’opposizione al governo militare, è accusato di almeno 18 reati che, combinati, figurano una detenzione di quasi 190 anni di galera.
La diretta interessata ha definito assurde le accuse contro di lei e ha negato qualsiasi illecito. È detenuta in isolamento nella capitale, Naypyitaw e i suoi processi sono stati condotti in tribunali chiusi.
Le ultime accuse mosse nei confronti del premio Nobel riguardano il fatto che la donna avrebbe accettato tangenti da un uomo d’affari.
L’oppositrice è stata condannata a sei anni di reclusione per due capi di imputazione, da scontare contemporaneamente. La pena definitiva, dunque, è di 26 anni di carcere.
Gli oppositori dell’esercito affermano che le accuse contro la donna mirano a impedirle di essere coinvolta di nuovo in politica o a cercare di sfidare la presa del potere dell’esercito dal colpo di stato dell’anno scorso. La giunta insiste che i tribunali del Myanmar siano indipendenti e che gli arrestati ricevano un giusto processo.
Le accuse sono state avanzate dall’imprenditore Maung Weik, che in una testimonianza videoregistrata dalla giunta nel marzo 2021, ha accusato il consigliere di Stato di aver accettato tangenti per oltre 550.000 dollari nelle quattro occasioni in cui si sono incontrati tra il 2018 e il 2020.
Tuttavia, in un’udienza del 31 maggio, ha testimoniato di aver donato i fondi in questione a un funzionario della Daw Khin Kyi Foundation, un ente di beneficenza gestito da Suu Kyi e intitolato alla sua defunta madre.
In particolare, prima della sentenza di mercoledì, la corte aveva condannato la donna a un totale di 23 anni di reclusione per altre 12 condanne e, dopo il recente verdetto, la pena detentiva totale è salita a 26 anni.
Secondo Myanmar Now, l’uomo d’affari Weik è noto per aver stretto stretti rapporti con i membri della cerchia ristretta dell’esercito e per aver gestito una serie di imprese commerciali attraverso i suoi legami con i generali del Myanmar.
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