Bitcoin a un passo dal collasso: dalla democrazia all’oligarchia

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I Bitcoin sono arrivati a un momento critico: la cryptocurrency potrebbe non sopravvivere e fallire clamorosamente. Oppure, al contrario, potrebbe uscirne ancora più forte. A sostegno della prima ipotesi si è espresso l’esperto di Bitcoin e sviluppatore Mike Hearn che aveva addirittura lasciato la propria occupazione da Google per perseguire il sogno della moneta virtuale salvo ritornare sui propri passi e vendere tutti i propri Bitcoin. Perché è diventato così pessimista sul futuro di questa tecnologia sulla carta rivoluzionaria?

Vi abbiamo già parlato di Bitcoin spiegandovi cosa siano e come funzionino. Hanno dalla loro una natura agli antipodi del tangibile seppur possano ovviare alla normale valuta sia per quanto riguarda “i risparmi” sia per l’acquisto di beni. Non essendo rintracciabili, sono venuti in soccorso anche di situazioni d’emergenza nazionale (come in Grecia). Tuttavia, per Mike Hearn, sono a un passo dal baratro.

E dire che l’ex senior software engineer di Google aveva puntato tutto sulla moneta elettronica, tanto da abbandonare il suo posto in una delle società più potenti del globo per sposare in pieno questa causa. Una decisione che ora rimpiange, come spiegato in un interessante articolo su Fortune che evidenzia come la fine potrebbe sopraggiungere non in breve tempo, ma nemmeno poi così a lungo termine.

Quali sono i problemi? Prima di tutto la community dietro al progetto che l’ha trasformato da un sistema decentralizzato a una quasi oligarchia. Non solo: il meccanismo che avrebbe dovuto proteggere tutto questo è vicino al collasso tecnico. Lui spinge per implementare il network, ma non è stato abbastanza seguito e supportato. “Bitcoin non ha futuro – ha scritto – è controllato da meno di 10 persone e non c’è soluzione a questo problema, nessuno ha nemmeno suggerimenti. È davvero ironico che il presupposto di una moneta democratica sia stata soffocata da un “governo” oppressivo”.

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