E’ senza alcun dubbio la serie più inquietante, futuribile, diabolica riguardante la tecnologia e il rapporto che l’essere umano ha con la stessa che esiste in tutto il panorama delle serie televisive. Mettiamoci anche che Black Mirror è prodotta e realizzata in maniera impeccabile ogni puntata è un film ha sé stante ma con un unico filo conduttore il male causato dall’innovazione.
La produzione originale di Netflix ha fatto un lavoro eccellente in tutte e tre le stagioni per un totale di 13 episodi, dalla durata variabile, a seconda di quanto il regista ha bisogno di raccontare per sviscerare il problema, la storia e i personaggi dell’episodio. Netflix ha già previsto una quarta stagione visto il successo clamoroso della terza stagione e delle stagioni precedenti. Laquarta stagione, come la terza, sarà composta da altri sei episodi e uscirà nel 2017, presumibilmente in autunno.
Ma perché Black Mirror piace cosi tanto? E’ una domanda che mi ha pervaso i pensieri per tutto il corso della terza stagione che è stata un vero e proprio cult e la piattaforma di streaming americana ha spinto parecchio su questo produzione. La risposta è che a noi, a noi umani che stiamo vivendo questo periodo al limite tra quel futuro malato e questo presente non ancora patologicamente insano ci piace vedere come potrebbe andare se l’innovazione tecnologica, in tutti i campi possibili, ci pervada come Black Mirror ha previsto.
E’ una sorta di scommessa. Anzi, è come se volessimo scoprire a cosa andremo incontro, in maniera totalmente tragica e definitiva, se continuiamo ad accettare questo tipo di tecnologia. Che per la verità ci ha già immerso in un buco senza fondo, senza una via di ritorno, senza una via di fuga. Difficile ritornare a un mondo senza tecnologia o meglio senza un’esagerazione della presenza dell’innovazione stessa.
L verità è che questa serie ci prende e ci distrugge interiormente, sorprendendoci puntata dopo puntata, perché l’abilità della produzione, della regia, è stat quella di mostrarci un’ambientazione verosimile, anzi realistica e al tempo presente. Non ci sono auto volanti, aerei fantasma, alieni, Robocop o chissà quale altra diavoleria esagerata che potremmo vedere in qualche manga degli anni ’90.
No, anzi. La forza di Black Mirror è quella di prendere il tempo presente, o quasi, e di trasportarlo all’interno di un mondo distopico, inventato, tragicamente innovativo perché le storie di Black Mirror finiscono tutte, sempre, male. A volte i protagonisti, in un modo o nell’altro, meritano di non cadere nel dimenticatoio e anzi di essere puniti ma talvolta i personaggi su cui si concentra la storia sono persone normalissime colpite dalla quotidianità.
Una puntata, forse la più forte e verosimile un futuro non molto lontano, è quella intitolata “Giochi Pericolosi”. Non farò spoiler, mi fermo soltanto a dire che l’evoluzione tecnologica in questione non va troppo lontano dalle nuove “macchine” videoludiche che permettono di andare oltre la realtà, parlo ovviamente dei visori di realtà aumentata che tanto stanno andando di moda. Bene, è impossibile dire se ciò che accade nella puntata sia in qualche modo possibile o meno, resta il fatto che è INQUIETANTE. Parola chiave di tutta la serie.
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