La siccità sta colpendo con forza il Canale di Panama, dove nelle ultime ore più di 200 navi sono rimaste bloccate, nonostante sia la stagione piovosa.
In questo periodo dell’anno solitamente in quest’area di collegamento fra l’Oceano Atlantico e quello Pacifico, si verificano piogge intense, invece al contrario siamo addirittura in allerta siccità. Manca l’acqua e le navi adibite al trasporto dei container sono costrette ad aspettare per un periodo di circa 2 settimane, secondo le stime. Uno stop forzato che danneggia molto il settore dell’export, teniamo presente infatti che il 40% dei container che esportano merce negli Usa, passa da questo Canale.
Passaggio artificiale di fondamentale importanza per l‘economia mondiale, il Canale di Panama sta vivendo una situazione allarmante, in cui le navi che trasportano container non possono lavorare a causa della siccità. Nonostante in queste zone la stagione in corso sia quella delle piogge, la risorsa manca da tempo e questo ha portato le autorità a consentire il traffico solo di navi con un carico leggero, mentre quelle grandi devono seguire uno stop che potrebbe dilungarsi per due settimane.
Anche qui entra in gioco il cambiamento climatico, che sta colpendo un nodo davvero strategico e importante del traffico di merci mondiale. Infatti un terzo dei container mondiali passa da questo stretto, che è sempre a lavoro anche nei periodi in cui la domanda è minore, come in quello attuale.
Questo dettaglio ha ridotto i disagi ma comunque c’è la necessità di rispondere tempestivamente a chi invece aspetta il proprio carico. La stagione delle piogge, ovvero quella fra maggio e novembre, non è più così stabile e il surriscaldamento globale intensifica l’evaporazione. Ecco perché l’acqua diminuisce e il sistema del Canale non può consentire il passaggio delle navi in sicurezza.
Il Canale di Panama è l’unica grande rotta marittima che dipende dall’acqua dolce, con più di 190 milioni di litri necessari per ogni nave che lo attraversa. Le chiuse dipendono dai bacini idrici ma già la prima metà dell’anno è stata molto secca con dati allarmanti che non si verificavano da quasi un secolo. La siccità quindi ha portato le autorità a dichiarare lo stato di emergenza ambientale a maggio, mese in cui sono stati presi alcuni provvedimenti.
Come abbiamo detto, il 4% dei container passa per il Canale di Panama ma ci sono altri numeri che ci fanno capire l’importanza di questo passaggio, dove l’uomo iniziò l’opera agli inizi del Novecento creando il sistema lungo oltre 81 chilometri.
Il Canale di Panama venne creato perché le navi non dovessero circumnavigare l’America meridionale e attraversare passaggi insidiosi per arrivare dall’altra parte. Questo snodo di collegamento fra gli oceani Atlantico e Pacifico, a cui l’uomo ha messo mano più volte nel corso degli anni per apportare migliorie, riveste ancora oggi un ruolo molto importante per il commercio mondiale.
Tornando a parlare di numeri, secondo il fornitore dei dati MDS Transmodal, il 29% del traffico di container che attraversa il Pacifico, passa in questa struttura, così come il 4% del traffico mondiale dei container, che diventa il 40% se si prendono in considerazione i soli container per gli Stati Uniti.
Al momento c’è uno stop imponente, infatti sono ferme 264 navi, in attesa di autorizzazione al passaggio. Il divieto non ha nulla a che vedere con l’infrangimento delle regole che devono seguire le imbarcazioni per passare in questo punto, infatti si parla di mancanza del limite di profondità minimo di acqua, per sorreggere il perso di questi giganti del mare.
L’Autorità del Canale di Panama ha così preso la decisione di diminuire il traffico e già a maggio aveva preso un provvedimento: ha imposto il limite di profondità di 44 piedi alle navi più grandi, limitando la quantità di carico trasportabile. Da fine luglio inoltre ha limitato a 32 le traversate giornaliere, in calo rispetto alla media di 36. Questi provvedimenti hanno portato a un arretrato di tante navi in attesa, il 16% in più rispetto allo stesso giorno del 2022.
L’impatto di questa situazione complessa è attenuato dalla minore domanda di esportazioni di merci, tuttavia il quadro rimane critico e anche le navi più leggere devono comunque attendere. Salvo imprevisti cambiamenti meteorologici, le restrizioni applicate – giunte in un periodo in cui il traffico marittimo è intenso in vista del Black Friday e del Natale – rimarranno in vigore fino al 2024.
Per limitare il congestionamento le autorità avevano anche ridotto il numero di prenotazioni disponibili, così da agevolare i mezzi che attraversano il Canale di Panama senza prenotazione, nonostante questo però i tempi di attesa sono comunque molto lunghi.
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