Il gioco Blue Whale, alla lettera Balena Blu, è una sorta di sfida estrema che circola in rete, un malsana pratica che per semplificare definiamo come ‘gioco‘, ma che del gioco ha ben poco, dato che si tratta di un macabro espediente che favorisce o provoca il suicidio tra i più giovani. In cosa consiste il Blue Whale? Sono vere le 50 regole che circolano in Rete o siamo davanti all’ennesima fake news, a una bufala? Mentre l’allarme Blue Whale sta diffondendosi anche in Italia, con un caso sospetto di suicidio legato al Blue Whale a Livorno, vediamo di capire meglio il fenomeno e soprattutto come proteggere i nostri figli da questo pericolo che corre sul web.
BLUE WHALE: TUTTO NASCE IN RUSSIA
Tutto parte dalla Russia, dove il Blue Whale ha cominciato a diffondersi nel 2015, ma in maniera piuttosto oscurata perché in principio circolava solo attraverso alcuni forum frequentati da gente interessata al suicidio. Tramite il social network VKontakte, molto usato in Russia (più di altre reti sociali), questa sorta di ‘gioco di ruolo‘ tra ‘padrone‘ e ‘aspirante suicida‘ ha avuto maggiore eco, fino a valicare i confini e diffondersi nel resto del mondo. L’argomento ha avuto una risonanza mediatica maggiore nel 2017, dopo la pubblicazione su Reddit di un elenco di fantomatiche regole suicide da seguire interamente per ‘vincere’ il gioco (ossia per perdere la vita).
L’IDEATORE DEL BLUE WHALE E’ STATO ARRESTATO
Uno dei primi ‘curatori’ del gioco, tale Philipp Budeikin (in foto), definito come l’ideatore stesso della sfida suicida, è stato arrestato con l’accusa di istigazione al suicidio di almeno 15 adolescenti tratti in inganno dai suoi precetti. Il giovane, studente di psicologia, ha confessato e al tempo stesso si è dichiarato ‘non pentito’ di quanto fatto: ‘Non sono pentito di ciò che ho fatto, anzi: un giorno capirete tutti e mi ringrazierete’, ha sostenuto dal carcere di San Pietroburgo, proseguendo nel suo agghiacciante resoconto durante un interrogatorio: ‘Ci sono le persone e gli scarti biologici. Io selezionavo gli scarti biologici, quelli più facilmente manipolabili, che avrebbero fatto solo danni a loro stessi e alla società. Li ho spinti al suicidio per purificare la nostra società‘.
IL CASO BLUE WHALE IN ITALIA
Come hanno raccontano Le Iene nella loro trasmissione, il Blue Whale avrebbe già provocato la prima vittima italiana, si tratta di un ragazzino 15 anni descritto da tutti come un ragazzo per bene e molto attivo. Il giovane si è suicidato a Livorno, e secondo alcuni suoi compagni di classe, testimoni del fatto, il ragazzino avrebbe seguito le regole del gioco.
COME PROTEGGERE I NOSTRI FIGLI DAL BLUE WHALE
Lungi dal voler pubblicizzare questo macabro fenomeno, riteniamo utile per i nostri lettori conoscere le modalità di questo rituale, in modo che i genitori di figli adolescenti possano comprendere e rendersi conto – prima che sia troppo tardi – se sta succedendo qualcosa di pericoloso e se ci sono evidenti comportamenti anomali dei giovani. Prima regola da tenere presente: le vittime sono obbligate a fingere di stare bene, di essere contenti e senza problemi, non bisogna impensierire gli altri, occorre mascherare l’intenzione di uccidersi. Per questo può essere difficile rendersi conto di quanto sta accadendo.
Le regole del Blue Whale sono una cinquantina. L’ultima prova è il suicidio (la data è decisa dallo stesso ‘padrone’), ma le altre 49 ‘tappe’ che portano alla fine sono fatte di atti violenti e autolesionistici, come incidersi sulle mani con un rasoio la scritta ‘f57’ o la sagoma di una balena, tagliarsi lungo le vene, pungersi con aghi, tagliarsi le labbra, svegliarsi ripetutamente in piena notte per compiere i ‘voleri’ del ‘padrone’, punirsi fisicamente e psicologicamente in diversi modi, fare ‘prove pericolose’ come salire sui tetti di palazzi alti, su gru, tralicci, camminare lungo i binari della ferrovia. L’ultima regola è suicidarsi saltando da un alto edificio per ‘riprendersi la vita’.
Purtroppo questo gioco della morte fa più vittime tra persone fragili che magari hanno appena vissuto eventi traumatici, su ragazzini con bassa autostima, magari bullizzati a scuola, che si fanno facilmente plagiare da individui con personalità dominanti ed erroneamente considerati ‘vincenti’. Non ultime sono da prendere in esame tendenze depressive che spesso si manifestano durante l’adolescenza.
Per ottenere un aiuto, oltre che rivolgersi a dei bravi professionisti, si può raggiungere il Servizio per la Prevenzione del Suicidio – linea di ascolto “Parla con Noi” allo 06 33777740 (responsabile Prof. Maurizio Pompili, Associato di Psichiatria), oppure può anche essere utile contattare immediatamente il TELEFONO AMICO tramite numero di telefono dedicato, tramite chiamata via web, via chat e via email, facilmente raggiungibili al sito indicato.