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Bobbio, il borgo che fa da sfondo alla Gioconda

Bisogna ammetterlo, i borghi medievali hanno una bellezza particolare. Quello di cui ti parliamo questa volta, si trova in provincia di Piacenza a due passi dal fiume Trebbia ed è stato il vincitore dei Borghi più belli d’Italia nel 2019.

Bobbio, il Ponte del Diavolo – Nanopress.it

Bobbio non è come gli altri borghi, il suo fascino è eccezionale, unico. Camminare tra i suoi vicoli di pietra e trovarsi nelle sue piazze ti catapulta dritto dritto indietro nel tempo, e l’atmosfera che lo circonda è magica, misteriosa e incantata. Sembra davvero di essere nel medioevo!

Se aggiungiamo poi che di recente gli esperti hanno provato che è proprio la cittadina a fare da sfondo alla famosa Gioconda di Leonardo da Vinci, il tutto si fa ancora più interessante.

Il legame tra Bobbio e la Gioconda

Adesso gli esperti Andrea Baucon e Gerolamo Lo Russo ne sono convinti: Bobbio, il borgo lungo il Trebbia, è proprio la città sullo sfondo della Monna Lisa. A confermarlo uno studio secondo il quale il paesaggio situato alle spalle della Gioconda è esattamente quello di Bobbio visto dal Castello Malaspina Dal Verme; inoltre la ricercatrice Carla Gori ha ipotizzato che la figura di donna del ritratto possa essere Bianca Giovanna Sforza, figlia di Ludovico il Moro, signore di Bobbio.

Altre prove quasi schiaccianti, sono infine le analisi sugli icnofossili, tracce fossili di impronte di antichi esseri viventi. A riguardo, la studiosa ha detto:

“Gli studi condotti sugli icnofossili, hanno provato che le medesime forme nella pietra sono state studiate e riprodotte da Leonardo nel Codice Leicester. Dai paleontologi mi è giunta conferma che gli icnofossili tipici del paese di Pierfrancesco (frazione di Gropparello) si trovano a Bobbio, raggiungibile facilmente da Leonardo a schiena d’asino.”

Cosa vedere a Bobbio

A questo punto, se questa storia ti ha incuriosito e se anche tu ami i borghi, allora questo non puoi proprio perdertelo. Segnati quindi tutte queste cose da vedere a Bobbio.

Cosa vedere a Bobbio: l’Abbazia di San Colombano

La storia di Bobbio ruota attorno a un perno: l’Abbazia di San Colombano. È quindi da qui che vogliamo iniziare la visita del borgo.

L’Abbazia, tra le più importanti d’Europa, è stata fondata nel 614 dal monaco irlandese San Colombano, stabilitosi qui dopo uno dei suoi tanti pellegrinaggi in lungo e in largo per il continente europeo. È però dopo la morte del monaco che il monastero si afferma come punto fondamentale dell’ordine dei Benedettini e amplia i suoi ambienti con le costruzioni della Basilica, dell’abside e del Chiostro. Ma vediamo in breve quali sono oggi gli edifici visitabili dell’Abbazia.

  • La Basilica

È stata costruita intorno al 1522 in stile rinascimentale. All’interno della sua cripta, sono custoditi un mosaico, la cappella dedicata a Santo Stefano e la tomba di San Colombano.

  • Il Chiostro

Era un tempo la sede delle cucine del monastero. Oggi è invece un piccolo memoriale che ripercorre la vita del monaco fondatore dell’Abbazia.

  • Il Museo dell’Abbazia

Si trova all’interno dell’antico scriptorium, luogo dove i monaci dedicavano il loro tempo al lavoro di amanuensi prima dell’avvento della stampa.

Ponte Vecchio

Ponte Vecchio, Ponte Gobbo o Ponte del Diavolo, indicano tutti la stessa cosa: il famoso ponte romanico sul Trebbia di Bobbio. Tutti i suoi appellativi hanno una spiegazione. L’attributo “vecchio” si deve alla sua età (ben 1000 anni circa); l’aggettivo “gobbo” viene dalla palese conformazione particolare delle sue undici arcate irregolari; l’appellativo “Ponte del Diavolo” è invece legato a una leggenda.

Si dice che San Colombano, desideroso di divulgare la sua fede anche agli abitanti al di là del Trebbia, abbia stretto un patto col Diavolo che avrebbe dovuto costruire un ponte in una notte in cambio dell’anima del primo essere vivente che l’avrebbe attraversato. A ponte ultimato, il monaco avrebbe fatto in modo che a passare per primo fosse un cane, fregando in questo modo il diavolo il quale si sarebbe infuriato, deformando le arcate del ponte appena costruito.

Sia per la leggenda sia per il suo aspetto decisamente particolare e suggestivo, questo ponte di ben 280 metri è il simbolo di Bobbio ed è l’attrattiva più visitata, spesso (per i più frettolosi) anche l’unica.

Bobbio, il Castello Malaspina dal Verme – Nanopress.it

Il Castello Malaspina

Ogni borgo medievale che si rispetti ha il suo castello e anche per Bobbio vale la regola. Il Castello Malaspina Dal Verme si trova nella parte più alta della cittadina, per questo, una volta in cima alla sua Torre, il paesaggio che si apre davanti ai nostri occhi spazia dalla vista panoramica sul borgo a tutta la Val Trebbia. È stato costruito nel XIII secolo e ha visto scontrarsi nel corso del ‘300 le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini.

Oggi non tutti gli ambienti sono visitabili; tra le stanze alle quali si può accedere ci sono: la sala delle Marine (dove si trovano le armi di famiglia dei Del Verme), il salotto, la sala del Tavolo Ottagono e la camera da letto.

Anche il Castello è legato a una leggenda che riguarda i sotterranei della fortezza. Si racconta che qui si trovasse un pozzo circondato da lame, utilizzato per il suicidio. In questo luogo, chiunque avesse deciso di morire, avrebbe dovuto lanciarsi pesantemente in modo da evitare di cadere ancora vivo sul fondo e soffrire più a lungo. Una storia inquietante tipicamente medievale!

Piazza Duomo e la Cattedrale

Il centro della vita del borgo è Piazza Duomo con la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Questa possiede due torri, un tempo con funzionalità differenti: una serviva da campanile e l’altra invece da fortezza difensiva. Nella sua cripta sono custodite tutte le spoglie dei vari vescovi di Bobbio.

Gli antichi mulini

Il fascino di Bobbio è dovuto anche alla perfetta conservazione di tutti quegli elementi prettamente del medioevo. Un esempio tra tutti sono gli antichi mulini, ancora presenti in vari angoli del borgo.

Nei pressi di via San Giuseppe, per esempio, si trova uno dei cinque mulini anticamente funzionanti. C’è ancora la grande ruota nella quale scendeva l’acqua del canale del Bedo, la quale azionava tutti e cinque i mulini della città.

Chiara Proietto

Un'esploratrice siciliana che ama l'Etna, l'odore dell'inchiostro e la pasta alla Norma. Il mio sogno nel cassetto? Scrivere di ogni angolo del mondo!

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