Le bollette sono una delle voci di cui si dovrà occupare il ddl concorrenza, disegno di legge che attende l’approvazione da due anni e su cui il governo Gentiloni, tramite il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, potrebbe mettere la fiducia nel passaggio al Senato. Le bollette di luce e gas sono al centro di tutta la polemica politica che sta bloccando il ddl concorrenza 2017, approvato dal Cdm il 20 febbraio 2015, presentato alle Aule il 3 aprile e approvato alla Camera il 7 ottobre 2015: da qui l’invio al Senato dove il testo è ancora fermo nonostante l’ok della Commissione Industria. Perché tutto questo ritardo? Perché il ddl stabilisce dal 1° luglio 2018 la fine del mercato tutelato, lasciando solo il mercato libero dell’energia e togliendo a oltre 24 milioni di consumatori il regime di “maggior tutela”. La vicenda è piuttosto complessa, con pro e contro: vediamoli.
Il primo dato da cui si deve partire è il ritardo con cui il ddl concorrenza arriva nella sua fase finale per la definitiva approvazione in Senato. Il governo è intenzionato a chiudere la vicenda in tempi rapidi, soprattutto perché sull’argomento bollette luce e gas, mercato tutelato e mercato libero dell’energia si discute da quasi due anni.
Bollette, libero mercato e concorrenza
Il tema delle bollette è argomento delicato perché legato alla concorrenza, argomento sempre rischioso da affrontare e che vede lo scontro tra interessi di categoria e interesse pubblico. La prima cosa da tenere presente è che la concorrenza è materia europea. Questo significa che il Parlamento, recepita la direttiva europea, deve garantire la maggior concorrenza possibile in ogni settore. In particolare, il nostro paese in materia di fornitura energetica ha già una legge sulla liberalizzazione, la famosa legge Bersani del 1996 che ha istituito il mercato libero dell’energia.
Se già c’è la liberalizzazione del mercato energetico, perché il ddl concorrenza si occupa ancora delle nostre bollette? Perché in Italia il mercato libero dell’energia non ha mai funzionato, come dimostrano i dati dell’Autorità dell’Energia già pubblicati due anni fa e confermati con l’ultima pubblicazione di pochi giorni fa. Da qui la decisione di “forzare” la mano ed eliminare il mercato tutelato dell’energia dal 1° luglio 2018, in modo da mettere a regime la massima concorrenza possibile nel settore energetico.
Il ddl diventa quindi necessario perché solo una famiglia su tre è passato al mercato libero. L’Autorità ha confermato che 12 milioni di utenti hanno scelto il mercato libero dell’energia, contro i 24 milioni di utenti che invece hanno preferito il mercato tutelato, cioè bollette sotto tutela, garantite dalla tariffa fissata ogni tre mesi dall’Autorità per l’energia. Il 68% delle famiglie, scrive l’Autorità, non è passata al mercato libero, preferendo rimanere in regime di “maggior tutela”, cioè con tariffe garantite, per diversi motivi. Il principale è il costo delle bollette: chi ha scelto il mercato libero dell’energia ha in media bollette più care del 20%.
Bollette, più care quelle del mercato libero dell’energia?
Bollette più care per il mercato libero dell’energia? Pare di sì. L’Autorità certifica quindi che chi si è rivolto al mercato libero dell’energia paga di più di chi ha scelto il mercato tutelato. Nonostante l’aumento di società di vendita di servizi energetici, passate dal 2012 al 2015 da 219 a 335, i costi delle bollette per gli utenti non sono diminuiti, sfatando il mito di “maggior concorrenza, minori costi”. Questo perché, le società energetiche fanno pagare dei servizi che il mercato tutelato non ha, come il “differenziale di assicurazione pagato in più dai clienti“, scrive l’Autorità: in pratica, per assicurarsi da aumenti futuri del costo dell’energia, la società fa pagare una sorta di “polizza” assicurativa al cliente, aumentando il costo finale della bolletta.
Nel resoconto, l’Autorità nota anche che gli scarsi numeri degli utenti privati passati al mercato libero dell’energia, hanno di fatto bloccato la corsa ad abbassare i prezzi da parte delle stesse società: insomma, un gatto che si morde la coda. Eppure qualcosa si muove. Negli ultime tre anni (2012-2015) sono aumentati i clienti a bassa tensione (cioè negozi e piccole attività) che hanno scelto il mercato libero dell’energia, passati dal 36% al 45% del 2015, con il primo operatore che detiene il 23% del mercato a fronte di un -4,3% dal 2012.
Il vero scoglio riguarda le utenze private: gli italiani non si fidano del mercato libero perché le proposte, spesso fatte da call center infaticabili, sono talmente complesse e con cavilli sottilissimi (e costosi) che la maggior parte degli italiani ha rinunciato in partenza, preferendo la sicurezza del mercato tutelato.
Bollette, mercato tutelato addio
Tutto questo cambia dal 1° luglio 2018 con l’addio al mercato tutelato stabilito nel ddl concorrenza. Il governo non farà un passo indietro anche perché la fine del regime di tutela era già prevista nel 2017, poi slittata per il blocco del ddl al Senato. Cosa succederà a quel punto? Ci sarà un aumento delle bollette, come paventano le opposizioni (politiche) al ddl?
Qualche aumento ci sarà, è inevitabile, ma non dovrebbe essere una catastrofe. Questo perché, se la politica ha cincischiato, l’Autorità dell’energia no e si è portata avanti, creando la Tutela Simile (qui il sito ufficiale), cioè contratti di operatori del mercato libero con “condizioni contrattuali definite dall’Autorità, obbligatorie ed omogenee per tutti i venditori“. Si tratta cioè di un passaggio intermedio tra il mercato tutelato e quello libero.
L’Autorità si muoverà per garantire il passaggio alla liberalizzazione del mercato energetico muovendosi su due direzione: la creazione di offerte PLACET o energy only, in cui siano indicati solo i costi reali della fornitura elettrica e la revisione della disciplina delle condizioni contrattuali minime inderogabili. La Tutela Simile già esiste ed è attiva: peccato che siano poche centinaia le persone che l’hanno sottoscritta, almeno al momento.
La fine del mercato tutelato apre un capitolo nuovo per gli utenti italiani che dovranno fidarsi di nuovi soggetti che, a loro volta, dovranno essere più semplici, chiari e qualche volta meno truffaldini. Ci si dovrà venire incontro, anche perché la concorrenza può far risparmiare, come dimostrano i contratti web del mercato libero dell’energia, più bassi rispetto a quelli di tutela: bollette meno care con il mercato libero dell’energia si può, dunque. Come, staremo a vedere.
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