Secondo il bollettino di oggi, 18 dicembte, i nuovi contagi da Covid-19 rilevati in italia sono 17.992. Con un totale di 179.800 tamponi analizzati il tasso di positività torna a salite e supera di poco il 10% (10,006 per centro, per essere precisi), ieri era a 9,8%.
Nella giornata odierna sono stati rilevati dal ministero della Salute anche 674 morti di Covid-19, ma i ricoveri sono in calo, sia quelli ordinari (-658 unità in 24 ore), sia quelli in terapia intensiva (-26).
Con 627.798 unità, cala oggi il numero degli attualmente positivi a Covid-19 (-7.545 unità rispetto a ieri). I pazienti dimessi o guariti di oggi, 18 dicembre, sono 22.272, portando il totale di persone che hanno superato il contagio a 1.226.086 dall’inizio dell’epidemia.
Per quanto riguarda le Regioni con il maggior numero di nuovi casi, il Veneto resta la più colpita, con 4.211 contagi in più in 24 ore. Seguono poi la Lombardia (+2.744) ed l’Emilia-Romagna (+1.745).
Nel suo report settimane, anche l’Istituto superiore di sanità (Iss) nel report settimanale conferma l’aumento dell’indice di contagio: “Incidenza ancora troppo elevata, no ad allentamenti”. Proprio in merito ad un ammorbidimento o alleggerimento delle restrizioni, contenute nel dl Covid che dovrebbe valere dal 24 dicembre al 6 gennaio, è stato convocato il Cdm già alle 18 di oggi. L’idea per il momento non confermata è comunque quella di istituire una zona rossa nei giorni festivi e prefestivi e una arancione nei giorni lavorativi.
Proprio il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa al ministero della Salute sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia, ha spiegato che nonostante la decrescita dell’incidenza di Covid sulla popolazione non è il momento di tirare un sospiro di sollievo.
Il presidente dell’Iss ha anche ricordato che il pericolo derivante dal contagio aumenta superata la soglia del 50 anni, specie in presenza di quadri clinici pregressi: “Le persone portatrici di più patologie se in una fase normale trovano un supporto, laddove c’è una pandemia ciò comporta che queste fasce di popolazione siano più a rischio e abbiano la più alta probabilità di decedere. Da qui l’importanza di proteggere tale fascia”.
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