Sono 9.630 i test positivi Covid-19 oggi, 22 febbraio. Ieri i positivi erano stati 13.452. Nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute le vittime sono invece 274 , ieri 232.
Con 170.672 test, tra molecolari e antigenici, processati, il tasso di positività si attesta al 5,6%. Ieri erano stati 250.986, quasi 80 mila in più, e il tasso di positività registrato era stato 5,4%: un aumento dello 0,2% in 24 ore.
Situazione negli ospedali al 22 febbraio
Forte il dibattito nei giorni scorsi in merito alle terapie intensive, che tornano a crescere oltre i livelli di guardia secondo alcuni governatori. I ricoveri ordinari, infatti, sono cresciuti di 351 unità nelle ultime 24 ore, mentre quelli in terapia respiratoria si attestano a +24.
Il nuovo dpcm del 22 febbraio
Il governo Draghi ha emanato il primo decreto Covid, bloccando gli spostamenti tra Regioni (anche tra quelle limitrofe e che si trovino entrambe in zona di rischio “gialla”) fino al 27 del mese di marzo.
Vaccini: nuove dosi in arrivo, coinvolti i privati
Intervenuto su Rai 3 il presidente del Consiglio superiore della Sanità Locatelli aveva assicurato che entro “fine marzo l’Italia raggiungerà 13 milioni di dosi da inizio campagna“. Questo, dicono in molti, sarebbe un passo decisivo per procedere nella campagna vaccini.
Sullo stesso tema interviene il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova. A Sky ha dichiarato: “Sulle vaccinazioni siamo partiti bene ma oggi già cominciano le difficoltà. Quello che ci si aspetta dal governo Draghi è la lotta alla pandemia, che vuol dire anche contrastare la crisi economica, predisponendo un piano vaccinale di massa che guardi alle esperienze migliori nel mondo, dal Regno Unito a Israele“.
Secondo Della Vedova la possibilità di coinvolgere i privati sarebbe un’opzione da non scartare: “Da questo punto di vista, credo che abbia fatto bene Confindustria a mettersi a disposizione per somministrare i vaccini. Lo ha detto anche il premier Draghi in Senato: dobbiamo usare tutte le potenzialità pubbliche e private. Un protocollo esteso con le aziende sarebbe utile anche a sgravare di compiti il sistema sanitario nazionale“.